21 Gennaio 2012, 09:42
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Giù il Pd, tracollo per il Pdl, crescono sinistra e Terzo polo. Questi i risultati della ricerca dell’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis sulle intenzioni di voti dei siciliani, qualora si votasse oggi per Camera e Senato. Ma a crescere è anche il numero di indecisi, delusi, incerti e di chi, in caso di elezioni, non andrebbe nemmeno a votare.
Partiamo dal centrodestra. Se si votasse oggi, il Pdl si fermerebbe nell’Isola al 23%, perdendo due punti a 60 giorni dalla fine del governo Berlusconi: un valore praticamente dimezzato rispetto al 2008. Perde anche Grande Sud di Gianfranco Micciché, che si attesta sul 7,5%, mentre restano sotto la soglia del 2% il Pid e La Destra.
A sinistra le cose non vanno meglio per il Pd, che otterrebbe il 18,5%, perdendo l’1,5% rispetto a due mesi fa, in controtendenza rispetto al dato nazionale che invece vede i democratici al 29%. Secondo Demopolis, “incertezze, indecisioni e divisioni interne sembrano non essere premiate da un elettorato, come quello del Partito Democratico, di norma anche in Sicilia piuttosto attento ed esigente”. Premiati, invece, gli altri partiti che crescono tutti: l’Idv di Antonio Di Pietro (5%), Sel di Vendola (4,1) e FdS (1,4%).
Dati più che positivi per i partiti di centro. L’Mpa del governatore Raffaele Lombardo tocca quota 15%, Fli raggiunge il 5,6% e l’Api l’1,9%. Ma la vera sorpresa è l’Udc, che raggiunge il 10% dopo oltre due anni pescando sia nel Pdl che nel Pid. “Si tratta comunque – secondo i ricercatori di Demopolis – di un dato destinato a mutare nelle prossime settimane, anche in considerazione delle scelte imminenti che il Partito di Casini e D’Alia (ancora molto debole nelle città di Catania e Palermo) dovrà compiere in termini di alleanze a livello regionale e nazionale”. Fuori dagli schieramenti il Movimento 5 Stelle di Grillo che raggiunge il 3%.
“Si respira sempre più nell’Isola un diffuso disincanto politico che – afferma il direttore di Demopolis, Pietro Vento – sta erodendo il residuo consenso dei siciliani nei confronti delle istituzioni democratiche. Gli ultimi mesi della vita politica nazionale e regionale hanno visto quasi dimezzarsi la fiducia degli elettori nel Parlamento, nell’Ars, nei partiti, il cui peso effettivo appare fra l’altro ridimensionato, agli occhi dei cittadini, in una fase di ‘commissariamento’, come quella attuale caratterizzata dalla nascita del Governo Monti”. E conclude: “Molto diverse risulterebbero, con variazioni significative per ciascun partito, le scelte di voto per le Amministrative o per le Regionali, nell’ipotesi di un ritorno alle urne per il rinnovo dell’Ars. Sugli elettori, e soprattutto sugli indecisi, peseranno nei prossimi mesi le scelte del Governo Monti e del Governo Lombardo, il cui ruolo – aggiunge Pietro Vento – diviene oggi ancora più complesso e strategico in un contesto caratterizzato dalla più grave crisi economica ed occupazionale che la Sicilia abbia attraversato negli ultimi quarant’anni”.
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21 Gennaio 2012, 09:42