24 Gennaio 2017, 05:02
2 min di lettura
CATANIA – “E’ stato l’assessore Girlando”. Sono anche le parole del ragioniere Roberto Giordano, intercettato mentre parla con un dirigente, Corrado Persico, a rischiare di mettere nei guai l’ex assessore Girlando, accusato di tentata concussione aggravata e finito al centro della richiesta di rinvio a giudizio firmata dal sostituto Fabio Regolo. Nella telefonata – di cui Livesicilia è venuta in possesso – Persico chiede la motivazione per cui la bozza di accordo con la società Simei (creditrice del comune per 4 milioni di euro), sia sta modificata a livello economico per quanto riguarda il pagamento della prima rata. Chiede anche chi fosse stato a effettuare la modica: la risposta è “l’assessore Girlando”.
Un dettaglio importante per gli inquirenti. Secondo quanto ricostruito, infatti, l’allora rappresentante della giunta Bianco avrebbe procrastinato volontariamente il pagamento della prima rata della transazione (non a sessanta giorni dalla firma della transazione, ma solo dopo l’approvazione del bilancio 2016), per spingere il rappresentante dell’opposizione Manlio Messina a non mettersi di traverso sul nuovo contratto di servizio con l’azienda che gestisce la sosta a pagamento, cioè la Sostare. Un aspetto su cui avrebbe chiesto delucidazioni anche l’avvocatura comunale: risultava inspiegabile che la transazione non venisse conclusa, nonostante una delibera di Giunta.
L’intercettazione tra i due funzionari di Palazzo degli Elefanti sembra delineare meglio i contorni dell’inchiesta avviata dopo la denuncia del titolare della Simei, Gianluca Chirieleison, che avrebbe subito la minaccia di “promettere la propria indebita intercessione nei confronti” di un consigliere dell’opposizione, Manlio Messina, per “non fargli ostacolare l’approvazione da parte del Consiglio comunale della delibera di Giunta su ‘Sostare'”, avanzata dall’allora assessore Girlando.
Gli investigatori parlano anche di spregiudicatezza nelle minacce che l’ex esponente della giunta Bianco avrebbe rivolto a Messina, e di arroganza nei confronti dello stesso Chirieleison, nel confermare la volontà di ritardare la transazione, sebbene questo atteggiamento avrebbe potuto creare problemi economici alla ditta, evidenziando come dalle intercettazioni e dai file audio acquisiti, emergerebbero indizi gravi di colpevolezza, tali da richiedere l’emissione di idonee misure cautelari.
Di cui, però, non ci sarebbe stato più bisogno, dal momento che l’assessore si dimise dalla carica.
L’avvocato Girlando, in una nota, si dice “sereno, perché, ho agito sempre e solo per gli interessi dell’Amministrazione e mai per interessi o vantaggi personali per come del resto mai ipotizzato dalla Procura”, ma sarà l’udienza preliminare fissata per il prossimo 3 febbraio a stabilire se per l’ex esponente della squadra del sindaco Bianco si aprirà il processo.
Pubblicato il
24 Gennaio 2017, 05:02