E’ tornata a Randazzo| la mummia ritrovata nel 2008

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10 Novembre 2013, 07:09

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RANDAZZO – Dopo due anni di soggiorno in Francia, è tornata a Randazzo il resto della mummia scoperta nel 2008 in una cripta sotterranea della Basilica di Santa Maria. Ad attenderlo, nella chiesa del cimitero del paese, il sindaco Michele Mangione, il rettore della Basilica, padre Enzo Calà, e diversi curiosi. Non si riesce a stabilire il sesso del piccolo con ancora indosso il vestitino di seta e cotone. Secondo gli esperti, al momento della morte era tra i 6 e i 9 mesi di vita. Molto probabilmente apparteneva ad una nobile famiglia, visto l’abito indossato. Insieme alla mummia, sono stati ritrovati anche circa 140 teschi, che in questi anni sono stati oggetto di studio da parte del medico legale Dott. Philippe Charlier, e dell’archeologa Luisa Lo Gerfo.

Dai tanti esami effettuati, sono venute fuori importanti notizie sui metodi di cura usati in quegli anni a Randazzo. Molte di queste scoperte, sono state spiegate dalla dottoressa Lo Gerfo in una accurata relazione: “La mummia è la più antica ritrovata finora in Sicilia – spiega l’archeologa – risale al XVII secolo, data certa, stabilita a Parigi dai più grandi esperti del settore. Ma sono stati i teschi a darci grandi indicazioni, infatti, esaminandoli, abbiamo trovato segni di tumori, di tubercolosi infantili e altre malattie, anche diversi segni di taglio di spade, ma la notizia più interessante, è la scoperta di due teschi che sono stati operati, i primi casi accertati di craniotomia in Sicilia, di questi due teschi, uno è morto in fase di guarigione, e l’altro è addirittura guarito”.

 

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Il sindaco Mangione durante la presentazione dei reperti

Un grande risultato, secondo la dottoressa, che un medico già nel XVII secolo operava alla testa, senza l’ausilio delle tecnologie e dei farmaci odierni, e con il risultato di una scatola cranica completamente guarita. In Francia, nei due anni, oltre ad esami e tac, i resti sono stati anche esposti in vari Castelli e al museo di Versailles, con enormi visitatori ovunque. Ora tornano a Randazzo, ad accrescere l’enorme patrimonio culturale che c’è già nella medievale cittadina. “Ora dovremo vedere dove esporre tutti i reperti – dice il Sindaco Mangione – è un patrimonio inestimabile, che rivela interessanti storie, come la mummificazione che già si praticava a Randazzo in quei tempi, e le operazioni alla testa praticate nel nostro paese, dobbiamo trovare il luogo per esporre questo patrimonio”. Felice del ritorno dei reperti anche padre Enzo Calà, che dice: “Reperti importanti, trovati nella cripta della Basilica, e potremmo esporre la mummia e parte dei reperti proprio nella cripta in cui sono stati rinvenuti”

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10 Novembre 2013, 07:09

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