E Vinciullo sgancia la bomba: | “Crocetta non è in carica”

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15 Ottobre 2014, 21:05

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PALERMO – L’ultima voce che si rincorre nei corridoi è una voce folle. Che, però, stranamente, poggia su numeri. Cifre e dati. La “bomba” è stata sganciata in Aula, oggi, dal deputato del Nuovo centrodestra Vincenzo Vinciullo. “Crocetta non è un presidente in carica. Il governo non è in carica. Ogni atto dell’esecutivo di questi ultimi giorni non è legittimo”.

Il terremoto descritto da Vinciullo sarebbe l’effetto delle surreali elezioni-bis nel Siracusano. Quelle che hanno finito per estromettere Pippo Gianni da Sala d’Ercole per fare entrare Pippo Gennuso. “Le chiedo, presidente, – ha detto Vinciullo nel suo intervento rivolgendosi ad Ardizzone – di riconvocare la conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari e le chiedo di studiarvi tutta la materia relativa all’applicazione della sentenza e come applicare ciò che ci verrà detto dalla Corte d’appello cominciando col convocare la commissione verifica poteri. Qui – ecco l’affondo di Vinciullo – stiamo facendo la mozione di sfiducia al presidente Crocetta, ma egli non è più Presidente della Regione, per chi non l’avesse capito”.

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Crocetta, insomma, secondo Vinciullo non sarebbe un governatore in carica. Ma non solo. “Giorno cinque ottobre si è votato anche per Crocetta e di conseguenza anche Crocetta deve essere riproclamato Presidente. Uno che viene riproclamato Presidente non è più Presidente. Crocetta deve formare nuovamente il governo perché non può pensare di passare da un’elezione, di essere rieletto e non riformare il governo. Quindi, anziché pensare alle quisquilie che caratterizzano la vita di questa Assemblea, cercate di pensare a come affrontare un problema così grosso. Se – conclude Vinciullo – anziché Crocetta, fosse stato votato Musumeci, noi oggi avremmo un altro presidente della Regione. Stesso discorso dicasi per Crocetta. Crocetta era tato eletto non col 21,18 per cento dei voti, questa volta verrà eletto col 21,17 per cento dei voti e, quindi, un altro presidente perché espressione di un’altra maggioranza ed è espressione di un altro consenso numerico”.

Insomma, dopo Siracusa sarebbe tutto da rifare. Compreso il governo. La nuova votazione, infatti, incidendo sul numero dei votanti, avrebbe modificato le percentuali di voto dello stesso governatore, oltree che dei ri-eletti nel collegio aretuseo. Non solo.Il rischio è che l’interpretazione della vicenda si estenda più del previsto. La ri-elezione del governatore porterebbe con sè anche una rivisitazione di tutte le votazioni e le cariche istituzionali dell’Ars. Compresa quella di presidente dell’Assemblea. Dubbi che, stando sempre alle indiscrezioni, dovrebbero essere domani oggetto di un incontro tra il segretario generale dell’Ars Scimè e i magistrati della Corte d’Appello. Un fatto però seccamente smentito dal presidente Ardizzone: “Lo escludo nella maniera più categorica. La mia intelocuzione con la Corte d’appello è quotidiana, ma riguarda solo i tempi della proclamazione degli eletti. Non ci sono altri problemi in vista”. Ma per qualcuno, non solo il governatore, ma anche l’intera giunta è una giunta “fantasma”.

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15 Ottobre 2014, 21:05

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