16 Ottobre 2014, 19:16
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CATANIA – Stato di massima attenzione per l’Ebola al “Garibaldi”. L’epidemia causata dal virus in Africa occidentale, ha aumentato, infatti, il rischio di trasmissione della malattia attraverso le donazioni di sangue, di componenti del sangue, di cellule, di tessuti e di organi. “Ci siamo immediatamente raccordati con i Centri Nazionale e Regionale Sangue perché il grado di estensione dell’epidemia richiede oggi di dedicare specifica attenzione al rischio teorico di trasmissione con le donazioni – ha specificato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, Giorgio Santonocito – al momento le nostre strutture di raccolta stanno seguendo tutte le indicazioni che ci sono state fornite”.
“Ad oggi non sono state documentate trasmissioni di Ebola attraverso trasfusione di sangue e dei suoi componenti – aggiunge il direttore sanitario, Giuseppe Giammanco – ma la nostra precauzione è legata al fatto che sono state descritte possibili evenienze di infezioni asintomatiche con replicazione virale in atto. Al momento il documento tecnico del Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie definisce estremamente improbabile le trasmissione trasfusionale dell’infezione”. Il Servizio di medicina trasfusionale dell’ospedale è in stato di allerta avendo un’ Unità di raccolta a piazza Santa Maria di Gesù, 9 Unità associative collegate (Misterbianco, Mascalucia, Tremestieri Etneo, San Giovanni la Punta, Valverde, Adrano, Acireale, Ognina e Morgagni) e 6 autoemoteche mobili di stanza in provincia a Pedara, Belpasso, Gravina ed a Catania a San Leone, via Etnea e San Giovanni Galermo.
“L’anno scorso abbiamo raccolto quasi novemila sacche ed abbiamo quindi una grande responsabilità sulla sicurezza trasfusionale per chi lo riceve. – aggiunge il responsabile del Trasfusionale, Santi Sciacca – nonostante la totalità dei focolai di Ebola sia concentrata in aree endemiche per la malaria (condizione secondo cui, ai sensi della direttiva 2004/33/CE del 22 marzo 2004, tutti donatori di sangue asintomatici sono differiti dalla donazione di sangue per almeno quattro mesi) tutti i medici che selezionano i volontari sono stati adeguatamente informati sull’attenzione da porre all’Ebola: i viaggiatori ed i residenti di ritorno da aree colpite attualmente dal virus (Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria) devono essere sospesi temporaneamente dalla donazione di sangue per sessanta giorni dal giorno di partenza dall’area interessata. Chi invece ha avuto contatto con pazienti affetti da Ebola deve essere parimenti escluso ancora per sessanta giorni dall’inizio dell’osservazione. Ricordo comunque che soprattutto per quanto riguarda le aree di provenienza si tratta di indicazioni passibili di successivo aggiornamento in relazione all’evoluzione del quadro epidemiologico”.
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16 Ottobre 2014, 19:16