07 Novembre 2012, 12:49
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WASHINGTON – Tracciando un quadro geopolitico delle elezioni statunitensi emerge che ventisei stati hanno votato per Obama e ventiquattro per Romney. A far la differenza sono però i grandi elettori, dal momento che negli stati più popolosi e col maggior numero di grandi elettori è stato il presidente uscente ad avere la meglio.
In California, che assegna 55 grandi elettori, Romney si è fermato al 39,4% rispetto al 58,3% del riconfermato presidente. In Texas (34 grandi elettori) invece Obama ha preso il 41,4%, con Romney al 57,2%. Nel decisivo Ohio il riconfermato presidente ha staccato in volata il rivale: 50,1% rispetto al 48,2%.
Colpisce il dato del Massachusetts, stato di cui il candidato repubblicano è stato governatore fino al 2007: lì Obama ha staccato nettamente l’avversario (60,9% contro il 37,5%) con una distanza di circa 700 mila voti. Le perfomance più “bulgare” sono state nel Discrict of Columbia per Obama (91,4% – 7,1%) e nello Utah per Romney (24,9% – 72,7%).
Se guardiamo alla distribuzione geografica del consenso non può non colpire come la costa est e quella ovest siano quasi interamente democratiche. Negli stati del sud invece è netta la supremazia repubblicana, con due sole enclave democratiche: Florida e New Mexico. La pancia del paese, storicamente più vicina alle ragioni conservatrici, resta appannaggio di Romney in maniera abbastanza netta.
Infine un raffronto con le elezioni del 2008: Obama ha perso North Carolina e Indiana, ma soprattutto dieci milioni di voti. Rispetto ai 69 milioni di preferenze, oggi Obama è presidente degli Stati Uniti con 58 milioni di voti.
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07 Novembre 2012, 12:49