23 Maggio 2011, 15:52
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Cosa può succedere dopo la delibera dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici che ha “censurato” diversi aspetti riguardanti il bando di gara dell’assessorato alla Sanità? I poteri dell’Autority sono essenzialmente sanzionatori. Ovvero, potrebbe irrogare una sanzione pecuniaria “proporzionale” al valore economico degli affidamenti. Ma non solo. La vicenda della sanità siciliana, infatti, potrebbe finire in mano ad altri organi. “Qualora accerti l’esistenza di irregolarità” spiega il decreto legislativo 163 del 2006, che ne regola la creazione e l’organizzazione, l’Autorità “trasmette gli atti e i propri rilievi agli organi di controllo e, se le irregolarità hanno rilevanza penale, agli organi giurisdizionali competenti”.
Insomma, dovessero riscontrarsi irregolarità, le carte potrebbero finire in Procura. Ma non solo: “Qualora – prosegue il decreto – l’Autorità accerti che dalla esecuzione dei contratti pubblici derivi pregiudizio per il pubblico erario, gli atti e i rilievi sono trasmessi anche ai soggetti interessati e alla procura generale della Corte dei conti”.
Finora, ovviamente, sono solo possibilità “teoriche”. Nella deliberazione, infatti, finora l’Autorità si rivolge all’azienda
capofila del bacino orientale, il “Garibaldi” di Catania affinché provveda a “colmare le lacune” del bando. Ma c’è un’altra opzione all’orizzonte. E in quel caso coinvolgerebbe il Tar. Sarebbero già partiti, infatti, i ricorsi delle ditte “tagliate fuori”. Anche le ditte che non fossero (o non abbiano voluto) fare ricorso nei termini previsti, possono sempre richiedere un risarcimento del danno, in seguito all’emergere di fatti nuovi. E la deliberazione dell’Autority potrebbe essere proprio uno di questi.
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23 Maggio 2011, 15:52