13 Marzo 2017, 19:20
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CATANIA – Un documento di novanta pagine in cui sono contenute le previsioni economiche per il corrente e i prossimi anni. Un atto, il bilancio di previsione per l’anno in corso, che la Giunta ha delibato lo scorso 10 marzo e che dovrà ricevere i pareri e le valutazioni delle commissioni, prima di arrivare in aula per l’approvazione, e che viene esitato dall’amministrazione in anticipo rispetto agli anni passati. Il documento finanziario, come di legge in premessa, prende atto della rimodulazione del piano di riequilibrio votato dall’assemblea cittadina lo scorso 29 settembre e presenta alcune caratteristiche degne di nota, in particolare per quanto riguarda i due anni successivi al 2017, per i quali è stata avanzata una previsione (contestualmente al bilancio di previsione, la Giunta ha infatti approvato anche il piano triennale delle opere pubbliche, la programmazione triennale del fabbisogno di personale per il triennio 2017-2019, il “Piano triennale 2017/2019 di razionalizzazione delle spese), che sembra tener conto delle somme in arrivo in città principalmente dal Governo.
Alla voce entrate, salta agli occhi il taglio dei trasferimenti, la costante riduzione dei contributi statali e regionali agli Enti locali: dimezzata la cifra incassata nel 2016, la stessa tende inesorabilmente a diminuire negli anni successivi. In previsione, aumentano i fondi europei: la voce trasferimenti dall’Ue passa da 125.000 euro del 2016 ai 2.840.000 del 2017 fino ai 5.440.000 previsti per il 2018. Non sono previsti prestiti, mutui e altri debiti. Il totale delle entrate, che diminuiscono, passa dai 1.586.107.929 del 2016 a 1.293.270.185 della previsione 2017.
Quanto alle spese, queste pure presentano qualche voce degna di nota e alcune impennate in voci particolari per gli anni successivi al corrente. Scendono quelle correnti del 2017, rispetto all’anno precedente, e quelle previste per la segreteria generale. Aumentano, anche se di poco, le spese per la Gestione dei beni demaniali e patrimoniali: previsti 7.217.543 euro nel 2017, che diventano 10.382.319 euro nel 2018 fino a 8.584.061 del 2019. Più che raddoppiata la voce di spesa “Statistica e sistemi informativi”. Per quanto riguarda le risorse umane, la previsione per il 2016 di poco più di dieci milioni, è diventata a consuntivo 16.011.872 diventa 9.901.847 per l’anno in corso. Diminuisce, poi, la spesa per gli affitti giudiziari – già sgravata degli affitti nel 2016 tanto che la previsione di 4.523.857 euro è diventata a consuntivo 209.034 euro, voce mantenuta più o meno immutata negli anni successivi.
Per quanto riguarda la Polizia locale, la bassa previsione dell’anno scorso, 12.651.846, è stata adeguata con la previsione effettiva, che ammonta a 27.610.242, importo che si riduce nella previsione 2017, che ammonta a 24.859.885. Dimezzata la spesa per la voce Istruzione scolastica, che passa da 587.218 del 2016 a 269.550 del 2017. Trend che si mantiene anche alla voce “Altri ordini di istruzione”, dove la spesa passa da 36.732.673 del 2016 a 16.376.968 del 2017, e alla voce “Istruzione e diritto allo studio” che, nel 2016 ammontava a 48.871.968 e, per il 2017 si prevede di 27.825.622 euro. Mentre si mantiene inalterata la spesa per o Servizi ausiliari all’istruzione.
In netta controtendenza, la voce Valorizzazione dei beni di interesse storico: nel 2016 era di 4.125.018 euro, nel 2017 di 3.453.467 euro, 9.325.195 euro previsti nel 2018 ai 11.220.000 euro del 2019. Nel 2019, secondo le previsioni, dovrebbe crescere anche la spesa per le attività culturali, mantenuta intorno ai 5.5 milioni fino al 2019, anno in cui si prevede di spendere 9.395.360 euro. Un trend che si conferma alla voce Tutela e valorizzazione di beni e attività culturali: ammonta a 9.751.969 euro nel 2016, si mantiene intorno ai 9 milioni di euro nel 2217 per arrivare a 14.826.101 euro nel 2018 e addirittura a 20.615.360 euro nel 2019. E il 2018 diventa un anno d’oro per lo sport e il tempo libero – non arriva a 9 milioni la spesa nel 2016, si abbassa a 6 milioni nel 2017, ma arriva a 24 milioni nel 2018 (per poi scendere nuovamente nel 2019) e per il turismo, per il quale la spesa prevista per il 2017 è di 500 mila euro mentre arriva a due milioni nel 2018, per poi tornare nuovamente a 500 mila euro nel 2019. Previsioni che, con molta probabilità tengono conto dei finanziamenti cui è riuscita ad attingere Catania: dalla delibera Cipe al Pon Metro, e ad altre risorse poi confluite nel Patto per Catania, del valore di oltre 700 milioni. Trattandosi di previsioni, poi, tutto è possibile, soprattutto per gli anni prossimi.
Anche per la tutela e il recupero ambientale nel 2018 si arriva a prevedere oltre 18 milioni di spesa, quando nel 2017 la previsione è di poco meno di 10 milioni. Per la difesa del suolo, invece, l’anno “anomalo” risulta il 2019 quando la spesa che, nel 2017, è prevista di circa 1.610.808 euro e nel 2018 di circa 4.897.704 euro, arriva a superare i 28 milioni. Nessuna variazione significativa alla voce rifiuti con una spesa prevista che si mantiene costante ed ammonta a circa 68 milioni di euro. Una molto significativa – probabilmente alla programmazione per il rifacimento della rete fognaria – è invece quella del servizio idrico: la spesa di 8 milioni del 20156 arriva a 36 milioni nel 2017, a 64 nel 2018 fino ad arrivare alla cifra di 374.410.316 euro per il 2019. Stesso discorso alla voce Sviluppo sostenibile e difesa del territorio per cui la spesa prevista nel 206 di 116.550.860 euro passa, nel 2017, a 482.892.280
Ridotta di circa due terzi la spesa per le aree protette: passa dai 12.514.386 euro del 2016 ai 3.740.356 euro per il 2017. Soffre anche il trasporto pubblico locale la cui spesa era di 103.384.955 nel 2016, è stata praticamente dimezzata nel 2017 (sono previsti 50.824.174 euro) e ridotta ulteriormente nei due anni successivi (nel 2019 previsti poco più di 41 milioni). Grandi investimenti poi nella viabilità: anche qui, grazie a quanto previsto dal Patto per Catania si passa dai 24.313.365 del 2017 a ben 110.823.300 euro per il 2018. Così come per la voce “diritto alla mobilità” che prevede 75.137.540 euro nel 2017 e 156.832.930 euro per il 2018.
Scende invece la spesa per i minori e per gli asili nido: nel 2016 è di 20.140.704 euro, mel 2017 sale a 23.648.090 euro per poi diminuire a 17.014.288 euro nel 2018 e 16.062.123 euro nel 2019. Nessun cambiamento particolare alle voci anziani, disabilità e soggetti a rischio esclusione sociale. Mentre salgono le spese per la famiglia da 167.500 euro del 2016 ai 727.500 euro del 2017. In ogni caso, stando al bilancio pubblicato sul sito dell’ente, la spesa diminuisce anche se di poco. Nonostante le somme a disposizione, soprattutto nei prossimi anni.
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13 Marzo 2017, 19:20