26 Settembre 2012, 11:55
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PALERMO- Mentre il Pd si dibatte ancora tra le quote da piazzare nelle liste per le regionali, tra gli spazi per crisafulliani e mattarelliani, democratici vicini al segretario, innovatori e liberal, inizia a farsi spazio anche in Sicilia l’area dei cosiddetti “renziani”. Già, il sindaco di Firenze sta mettendo radici nell’Isola, in vista delle primarie del Partito democratico in vista delle prossime politiche. Da Messina a Palermo, infatti, ecco circoli e promotori, amministratori e deputati che stanno sposando la causa della rottamazione. Mentre incombono le elezioni per il rinnovo dell’Ars.
Davide Faraone, in fondo, è un “renziano” della prima ora. Pur incarnando un po’ quello spirito di un’area del Pd tesa tra la voglia di rinnovare e quella di rafforzare i legami più “tradizionali” (con l’area di Totò Cardinale, ad esempio). Ma oggi, il deputato regionale uscente non ha dubbi: “Credo di potermi definire il promotore principale di questo movimento – dice – e non a caso rappresento il riferimento per il Sud, così come Giorgio Gori lo è per il nord e Matteo Richetti, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna lo è per il centro Italia”. Ma al di là dell’ambito nazionale, Faraone guarda a quanto c’è da fare in Sicilia: “Il 7 ottobre terremo il nostro raduno regionale – annuncia – ma in questi giorni stanno aprendo comitati in tutti i comuni siciliani, mentre a ridosso delle Regionali dovrebbe arrivare in Sicilia Matteo Renzi. Stiamo assistendo – aggiunge – a una crescita incredibile, un vero e proprio tsunami che va persino oltre le burocrazie di partito, visto che non riguarda solo amministratori e militanti, ma anche liberi cittadini. Un movimento che va anche oltre gli schieramenti tradizionali, considerato il fatto che molte persone storicamente di centrodestra, guardano a noi con un certo interesse. E in effetti – prosegue – il Pd non vede bene questa novità, visto che le adesioni avvengono senza tessere, senza utilizzare i soliti strumenti del partito”. E intanto, ecco i primi nomi dei “renziani di Sicilia”. “C’è il sindaco di Gela Angelo Fasulo, il capogruppo del Pd ad Agrigento Daniele Camilleri. A Palermo, poi, si è avvicinato a noi Salvo Alotta, Mila Spicola e anche Salvo Mirabile, che ha, appunto, una storia di centrodestra”.
Ma l’onda di Renzi non ha solo un’origine “occidentale”. Anzi. È nell’est della Sicilia che la causa del sindaco fiorentino è stata sposata, pare, con un consenso ancora più ampio. A guidare questa sorta di “benvenuto” nell’Isola a Renzi, è Giacomo D’Arrigo, consigliere comunale del piccolo comune di Nizza di Sicilia, coordinatore nazionale dell’Anci Giovane e componente dell’Ufficio di Presidenza nazionale dell’Anci. Ed è proprio tra gli amministratori locali del Pd che Renzi starebbe “sfondando”: “Qui nella Sicilia orientale – racconta – nascono comitati pro-Renzi quasi ogni giorno. L’avvio di questo movimento di giovani amministratori ha origine a Messina, anche grazie al ruolo che ricopro nell’Anci, organismo che mi ha portato di frequente a stretto contatto con Renzi, ma anche grazie all’apporto degli unici due presidenti di circoscrizione del Pd a Messina, Alessandro Russo e Francesco Quero. Ormai però – aggiunge – comitati sono sorti a Ragusa, Enna, Catania. E non solo”. E, come detto, il racconto di D’Arrigo dà l’idea di qualcosa che “procede”, cresce ogni giorno: “Entro la prossima settimana – annuncia – avremo decine di comitati in tutte le province siciliane”. Un movimento “di giovani – dice D’Arrigo – che sentono, per la prima volta, di potere avere una chance, un’opportunità”. Un fronte nuovo, quindi, con l’obiettivo di rinnovare, ma anche di “scardinare alcune strutture, alcune vecchie logiche. Non a caso – aggiunge D’Arrigo – abbiamo incontrato un po’ di resistenza da parte dell’apparato del partito”. Ma l’onda è partita. Renzi è sbarcato in Sicilia. Sarà vero cambiamento?
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26 Settembre 2012, 11:55