20 Novembre 2012, 18:19
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ROMA – È possibile da oggi sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate scaricare il tanto atteso “redditest”: il software che consente ai contribuenti l’auto-diagnosi della coerenza fiscale. Il suo funzionamento è stato illustrato in anteprima ieri ai professionisti e alle associazioni di categoria; da oggi, invece, è scaricabile sul proprio pc. Dopo ben due anni e mezzo di attesa finalmente i contribuenti potranno usufruire di questo nuovo servizio verificando se il reddito che intendono dichiarare è coerente con il tenore di vita che possiedono.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha presentato questo nuovo strumento perché da una simulazione sulle famiglie risulterebbe che quasi un milione di esse dichiara redditi “molto vicini allo zero” quando in realtà le loro spese sono notevolmente maggiori. Il redditometro, che potrà essere utilizzato da gennaio, fa fede alle spese sostenute e sarà usato soltanto per irregolarità evidenti tra spese e redditi dichiarati.
Il test inizia inserendo il Comune di appartenenza, la composizione della famiglia e le spese più significative che la famiglia sostiene durante l’anno. I costi sono distinti in varie macro categorie. “Se uno non é evasore e spende quello che guadagna o ha risparmiato, non ha nulla da temere. Il problema ce l’avrà chi è evasore”, dichiara Befera.
Dopo la compilazione del test comparirà una spia verde, nel caso di concordanza tra reddito e spese sostenute, in caso contrario una spia rossa inviterà a rivedere le dichiarazioni perché ritenute troppo basse. In quest’ultimo caso non è detto che si parli di evasione perché l’incoerenza potrebbe avere diverse giustificazioni. Nel caso di grandi differenze e spese significative il contribuente sarà richiamato per tramutare la non coerenza in coerenza oppure per ridimensionare l’incoerenza.
A favore dei contribuenti c’è la garanzia del doppio contraddittorio che consiste, in fase preventiva, nel dialogo tra l’agenzia ed il contribuente che dovrà fornire chiarimenti o integrare le informazioni a disposizione dell’amministrazione e, in un’eventuale seconda fase, definire la ricostruzione del reddito in adesione.
Non si tratta di un modo per “sorvegliare” i contribuenti, bensì di un servizio per i cittadini che avranno modo di controllare autonomamente la coerenza della propria dichiarazione fiscale mantenendo l’anonimato. Non c’è alcun rischio per la privacy perché le informazioni rimangono sul proprio pc senza che vengano registrate sul web.
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20 Novembre 2012, 18:19