16 Febbraio 2014, 11:10
2 min di lettura
PATERNO’. Uno come l’indimenticato maestro Ciccio Busacca ne sarebbe stato certamente fiero. L’apertura della “Casa del Cantastorie” è una buona notizia. Una di quelle che ridà slancio al patrimonio culturale di un territorio che nel corso degli anni ha rischiato di perdere per strada quei talenti per i quali la stessa città di Paternò è stata conosciuta nel resto d’Italia. Ed allora, di riflesso, si tratta di una buona notizia anche per il panorama culturale isolano dove la stessa cultura appare rimane ai margini in balia di tagli ed una certa approssimazione.
La Casa del Cantastorie nasce in via Ex Monastero, accanto all’antica Biblioteca comunale ed incastonata in pieno centro storico. Una lunga trafila burocratica ha accompagnato, nel corso degli anni, l’istituzionalizzazione di quello che è a tutti gli effetti un autentico museo dei cantastorie: ci sono foto, gigantografie, una sezione multimediale che raccoglie filmati rarissimi e coinvolgenti, un teatro da duecento posti. Un tuffo nella storia. Con chi ha fatto la storia. Per rifare la storia. Ciccio Busacca, Ciccio Rinzino, Vito Santangelo hanno rappresentato nel dopoguerra la coscienza della città: acclamati e richiesti da tutto lo Stivale, hanno raccontato le storie difficili della Sicilia del tempo.
La passione degli artisti capitanati dall’attore Giovanni Calcagno, oggi dopo mesi di lavoro e sacrificio ha portato al risultato. E l’inaugurazione di venerdì scorso sembra rappresentare solo l’inizio: “Ho qui un’elencazione delle persone, delle istituzioni e delle associazioni che in tutti questi anni hanno fatto in modo che tutto questo si potesse realizzare – spiega un raggiante Calcagno -. Il fatto epocale di questo momento è che questo grande contenitore dei cantastorie viene istituzionalizzato. Questo sarà un Museo condiviso ed un Teatro comunale: il nostro teatro”. “È un bel momento per la città – gli fa eco il primo cittadino Mauro Mangano -: i cantastorie sono artisti capaci di far tramutare il pronome “io” in “noi”. I cantastorie interpretavano un momento storico in cui si sentiva l’urgenza di raccontare anche il disagio dei tempi. Credo che questa città e questo popolo dell’arte deve ringraziare i tanti ragazzi che in questi giorni hanno lavorato senza fine a tutto questo”.
L’esibizione inaugurale di venerdì scorso ha fatto il resto sul palco Giovanni Calcagno, Salvo Scandurra, Eleonora Bordonaro, ed anche gli eredi diretti dei cantastorie: Carmela, Paolo e Concetta Busacca, Placido Paparo. La Casa dei Cantastotrie è aperta ai visitatori da lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 13 e dalle 16 alle 20, sabato dalle 9 alle 13. Il racconto della storia più bella è appena cominciato.
Pubblicato il
16 Febbraio 2014, 11:10