25 Novembre 2014, 06:00
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CATANIA – Italiano, tra i trenta e i quarant’anni, legato alla donna da un rapporto affettivo: ecco l’identikit dell’uomo violento. Duecento venti sono le donne che, da gennaio a ottobre di quest’anno, si sono rivolte al centro antiviolenza Thamaia. Le operatrici hanno elaborato uno studio che rende appieno l’entità e l’ampiezza del fenomeno, scardinando numerosi luoghi comuni. In primis il profilo del maltrattante: nel 71% dei casi l’autore della violenza è il partner (marito, convivente, fidanzato).
Il 18% è un ex e il 6% è un parente (padre, figlio, fratello, cognato). Il restante 4% del campione è costituito da amici, conoscenti, datori di lavoro, mentre solo in pochissimi casi i maltrattanti sono sconosciuti. Il 94% dei maltrattanti è italiano (solo il 4% proviene da un paese extraeuropeo) e ha prevalentemente un’età compresa tra i 30-39 (31%) e i 40-49 anni (28%). Il 12% ha tra i 19 e i 29 anni, il 13% è oltre i 60 anni. Gli uomini che praticano violenza sulle donne nel 62% dei casi non hanno problemi sociali; il 23% ha problemi d’alcol o tossicodipendenza. La maggior parte dei violenti, inoltre ha un’occupazione (il 67%). Le professioni più diffuse sono: libero professionista (15%), impiegato pubblico (18%), commerciante (14%), operaio (16%), artigiano (6%), il contadino (3%). Il 14% degli uomini violenti non ha un lavoro.
Il profilo delle donne maltrattate. Sono per lo più donne appartenenti alle fasce d’età centrali (30-39 e 40-49 anni) a rivolgersi al centro. costituendo rispettivamente il 36% e il 30% del campione. Il 17% ha un’età compresa tra i 50-59 anni, le donne con età superiore ai 60 anni sono l’3%, l’12% ha un’età compresa tra i 19-29 anni. la restante percentuale riguarda giovani tra i 14-18 anni. L’88% delle donne sono italiane, il 4% ha nazionalità europea, l’8% è di cittadinanza extraeuropea. Le utenti del centro possiedono nel 31% una laurea, il 30% un diploma di scuola superiore o professionale; la metà non lavora (53%) e il 42% ha un’occupazione (il 10% è libera professionista, il 26% è impiegata nel settore pubblico, il 34% nel settore privato, il 23% è assistente agli anziani o domestica, il 5% è commerciante, il restante 2% svolge altre professioni).
La violenza e le sue sfaccettature. E’ soprattutto di tipo psicologico (40%) la violenza subita dalle utenti, nel 35% dei casi fisica. L’8% delle donne ha subito una violenza di tipo economico, il 5% ha subito un atto di violenza sessuale, il 12% è stata vittima di stalking. Ci sono poi le conseguenze sulle donne vittime di violenza soprattutto a livello psicologico (nel 41% dei casi) e fisico (35%). Ma anche forme di isolamento e perdita di lavoro (il 24%). Tra le cause che generano fenomeni violenti ci sono: una divergenza d’opinione (65%), motivi futili (15%). Nel 7% dei casi la violenza emerge in concomitanza ad una relazione extraconiugale da parte del partner maltrattante, nel 6,5% la causa scatenante la violenza è la gelosia, la possessività.
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25 Novembre 2014, 06:00