14 Settembre 2013, 06:15
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PALERMO – Nessun posto è rimasto vuoto per l’anteprima del film Via Castellana Bandiera. Una serata speciale in collaborazione con il Palermo Pride per presentare a Palermo il film di Emma Dante, in uscita da giovedì prossimo in tutte le sale italiane dopo il successo del Festival di Venezia. Una serata speciale proprio perché pensata insieme al movimento Palermo Pride, per la forte relazione che lo unisce da sempre col percorso artistico della regista palermitana.
Emma Dante è stata accolta dal pubblico da un caloroso applauso. Le chiediamo subito un commento sulla sua dichiarazione-provocazione: “Palermo dovrà anche essere all’altezza di avermi”. Parole dure, quelle della regista Emma Dante che giustifica in questo modo: “Non è né presunzione, né delirio di onnipotenza. Io ho scelto di svolgere la mia attività di artista a Palermo e pretendo un livello di professionalità alto. La frase ‘Vabbè tanto siamo a Palermo…’ con cui spesso si liquida approssimazione e superficialità io non la digerisco. Palermo deve raggiungere un livello artistico talmente alto, da essere meglio di Roma e di Milano. Ne ha tutte le potenzialità. E’ una città dalle risorse pazzesche, che non sa neanche di avere. E’ senza retorica una città speciale Certo deve lavorare molto, deve scoprirsi e tirare fuori le sue migliori risorse. Se io ho scelto di vivere qua è sicuramente per questo motivo e, poi, perché la amo. L’anteprima a Palermo, oltre perché location del film, è un regalo alla città da parte della produzione e del cast di Via Castellana Bandiera. Il film è stato accolto con entusiasmo dal pubblico presente in sala”.
“Conoscevo Emma Dante come regista teatrale – dichiara Alessandro, architetto palermitano – Il film ha confermato la sua bravura. Cosa penso del film? Lo devo ancora metabolizzare. Mi ha lasciato dentro una tempesta di emozioni. Non è un film facile, racconta sfide simboliche”. “Si ride, ma è un riso amaro – commenta Veronica, studentessa 25enne – E’ un film dove non c’è una vittoria o una sconfitta”.
Non sono mancati commenti sul modo in cui Emma Dante ha scelto di raccontare la storia omosessuale delle due protagoniste del film. “Fino a poco tempo fa le storie d’amore omosessuali erano raccontate da Almodovar, che, puntualmente, le trasformava in un teatrino per checche – dichiara Salvo, professore in pensione. Quella che ho visto raccontare stasera è una storia d’amore bella, intensa ed estremamente ‘normale'”.
La stessa Emma Dante ad inizio serata svela al pubblico le scelte fatte per narrare questa storia d’amore. “Quando mi chiedono come si faccia a raccontare una storia d’amore omosessuale, rispondo citando Peter Brook, che scelse per il suo Amleto un attore di colore. Alla domanda del perché della scelta lui rispose: “Nero? Non mi ero mica accorto fosse nero!”. “La ricerca della naturalità e dell’immediatezza è stata proprio la mia ricerca. Ho sempre detto che esiste un diritto all’indifferenza- conclude la regista – in certo senso, il diritto di non essere sempre “fenomeni”, ma di essere considerati come una coppia naturale”
La magia di via Castellana Bandiera ha stregato il pubblico. Magia, mista a poesia, che molti a Venezia, purtroppo non hanno colto. La strada progressivamente si allarga e dove prima non ci si passava con due automobili una di fronte all’altra, a poco a poco, diventa sempre più larga fino ad accogliere ampiamente un’intera popolazione. La magia è proprio questa. La strada assume la dimensione della mente di chi la guarda. E’ stretta solo a causa delle ristrettezze della nostra mente.
A dare un bellissimo commento in tal senso è Massimo Milani, che da trent’anni a Palermo lotta per il riconoscimento dei diritti per le persone GLBT: “E’ vero, siamo a Palermo, ma io in quella strada stretta e apparentemente senza uscita, ho visto il genere umano accecato e ripiegato talmente su se stesso da non accogliere l’altro e da restare immobile di fronte alla diversità.” La corsa finale è bellissima,- continua “ Massimona”- io ho visto la speranza e da un’altra prospettiva la strada mi è sembrata grandissima.”
“E’ il film che racconta una generazione disperata che si inventa di giorno in giorno per sopravvivere – racconta Simona, che in via Castellana Bandiera ci abita e ha voluto vedere il film con tanta curiosità e tante riserve. “Mi hanno fatto veramente impressione la quantità di antenne paraboliche inquadrate. Mi hanno fatto tornare alla memoria lo stile del dopoguerra. Gli abitanti di via Castellana Bandiera, possono sembrare dei miserabili, ma loro, come molti in ogni parte del mondo, cercano di dare un senso alla loro esistenza, impegnandosi al 100% con gli espedienti più diversi e disperati. E’ il loro modo di reagire e sopravvivere”.
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14 Settembre 2013, 06:15