Economia, Sicilia in ripresa: trattativa con lo Stato sul fisco - Live Sicilia

Economia, Sicilia in ripresa: trattativa con lo Stato sul fisco

50 miliardi di fondi extraregionali per il periodo 2021-2027

PALERMO – La Sicilia entro il 2022 avrà recuperato i livelli pre-crisi pandemica e nel 2024 il Pil supererà i 100 miliardi di euro. Campagna vaccinale permettendo. Sono le previsioni del Documento di economia e finanza regionale dell’assessorato all’Economia, guidato da Gaetano Armao, che mette nero su bianco anche la tensione che corre tra Roma e Palermo sulla revisione della compartecipazione all’Irpef e all’Iva del 2016 e del 2017. Riforme che, sottolinea il Defr, hanno causato un deficit strutturale facendo crollare le entrate da 17 miliardi di euro a 11 miliardi di euro.

I fondi per rilancio

Sono circa 50 i miliardi di euro di fondi extraregionali sui quali potrà contare il governo per il rilancio dell’economia siciliana. Di questi, venti miliardi di euro dovrebbero arrivare dal Pnrr e dal Fondo complementare, gli altri dalle risorse riprogrammate dei “Fondi sviluppo e coesione” (FSC) 2000-2020 con il Piano sviluppo e coesione (PSC), quelle del Programma di Azione e Coesione (PAC) – Programma Operativo Complementare (POC) 2014-2020, quelle destinate al nuovo programma “Fondo sviluppo e coesione” (FSC) 2021-2027 disponibili nella programmazione CIPESS, gli ingenti finanziamenti assegnati dalla nuova programmazione europea 2021-27, della quale la Conferenza delle Regioni e PP.AA., su proposta della Regione Siciliana, ha appena approvato l’accordo di partenariato.

La previsione di crescita del Pil siciliano

L’Isola secondo le previsioni avrà recuperato i livelli pre-crisi pandemica nel 2022. Il Pil programmatico, infatti, è previsto in rialzo del 5,1% nel 2021, del 4,7% nel 2002, del 3,3% nel 2023 e del 1,8% nel 2024. Nel 2024 il Pil regionale dovrebbe sfondare per la prima volta la soglia dei 100 miliardi di euro. Il “rischio vaccini” però brucerebbe 206 milioni di euro del Pil del 2024.

Il Gap infrastrutturale

Il documento di economia, redatto dall’assessore Armao, si sofferma sul gap della spesa infrastrutturale tra il Centro-Nord e il Sud del Paese. Ricorda che “in termini di spesa per investimenti pro capite nella media dell’ultimo decennio l’entità è stata all’incirca pari a circa 780 € per le regioni del Sud ed insulari, mentre ha sfiorato i 1000 € (940) per quelle del Centro-Nord”. Il Defr non manca di sottolineare i colpevoli ritardi dello Stato sulle reti elettriche ed idriche, sui trasporti. “Il divario infrastrutturale – scrive l’assessore – raggiunge punte estreme nella viabilità ferroviaria e stradale, attribuite alla pressoché integrale competenza dello Stato.”

La palla al piede della compartecipazione fiscale

All’assessore Gaetano Armao va riconosciuto che già dai tempi del governo Lombardo ha iniziato una “battaglia” perchè sia dia alla Sicilia quella capacità fiscale che le spetta per adempiere ai compiti statutari. Una battaglia per rivedere quelle norme di attuazione sulla compartecipazione regionale all’Irpef e all’Iva che hanno di fatto sottratto al bilancio della Sicilia 6 miliardi di euro all’anno. Se la spesa da circa 15 miliardi anno è “da ritenersi difficilmente comprimibile”, sulle entrate il Governo Musumeci ha sottoposto al Governo centrale la revisione delle nuove di attuazione in materia finanziaria. “Negoziato – scrive l’assessore – che va concluso, tenendo in opportuna considerazione anche la questione dei costi derivanti dalla condizione di insularità, in tempo per la prossima legge di bilancio dello Stato”.

La Sicilia e la programmazione dei fondi Ue 2021-2027

Il Documento presenta anche un’appendice dal titolo “Sicilia verso la programmazione delle politiche di coesione del ciclo 21-27” che definisce la configurazione della programmazione europea post-2020. Descrive un contesto economico fragile e caratterizzato dei suoi storici ritardi strutturali, gravati dalle difficoltà dell’attuale crisi. La programmazione 2021-27 è una sfida per ridurre l’insostenibile divario che separa la Sicilia dal resto d’Italia.


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