Edilizia, industria, commercio | Festa, ma non per tutti

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01 Maggio 2015, 06:01

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PALERMO – Non tutti i lavoratori festeggeranno il primo maggio, o per lo meno alcuni lo faranno con più di una preoccupazione. L’economia palermitana è infatti sempre più in difficoltà: aziende che chiudono, dipendenti licenziati o in cassa integrazione, una massa di disoccupati che ha raggiunto livelli preoccupanti. Un quadro sconfortante descritto da alcuni numeri: secondo i dati diffusi dalla Cisl, nel 2014 a Palermo c’era un tasso di disoccupazione del 23,2%, che colpisce più le donne che gli uomini; la disoccupazione giovanile è arrivata al 59,2%, 5 punti percentuali in più del 2013, mentre quasi l’80% delle ragazze e dei ragazzi risultano inattivi. Nel capoluogo siciliano soffrono gli artigiani, con 1.554 imprese che hanno chiuso i battenti in appena 12 mesi, ma non se la passano meglio nemmeno i comparti dell’industria e della vendita al dettaglio.

EDILIZIA. Diecimila i posti di lavoro persi in sette anni. Nel 2008 i lavoratori iscritti alla cassa edile a Palermo e nel suo territorio erano oltre 17 mila, le imprese 3 mila, in sette anni la crisi ha colpito il settore tanto da ridurre i numeri dell’occupazione, fino allo scorso anno di ben oltre 10 mila unità, 6400 gli addetti e 570 imprese.

ARTIGIANATO. Secondo i dati Confartigianato, nel 2014 hanno chiuso i battenti 1.554 imprese artigiane, di cui 1.354 individuali, a fronte di appena 873 iscrizioni. Il settore maggiormente colpito è quello dell’edilizia con 203 chiusure nella costruzione di edifici e 253 nei lavori specializzati. Segue il commercio all’ingrosso e al dettaglio di riparazione di autoveicoli, con 116 cessazioni e soltanto 46 iscrizioni. Ma a chiudere sono anche le industrie alimentari: su 1185 imprese registrate, nel 2014 sono state effettuate 110 iscrizioni e 112 cessazioni. In una situazione critica anche i ristoratori: in 105 hanno chiesto la cancellazione alla camera di Commercio. Ma a chiudere sono anche le industrie del legno (48), nel settore della stampa (21), quelle che si occupano di metalli (65), le fabbriche di mobili (21), le industrie manifatturiere (31).

AUCHAN. Il colosso francese ha annunciato quasi 1.500 esuberi in tutta Italia, di cui 43 in provincia di Palermo tra Carini e il Conca d’Oro dello Zen. L’azienda ha avviato le procedure di mobilità, mentre i sindacati hanno annunciato proteste per il 9 maggio.

CARREFOUR. Sono 77 i dipendenti a rischio tra Palermo e Trapani: il marchio della grande distribuzione ha annunciato l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo.

MERCATONE UNO. Il gruppo che si occupa di complementi d’arredo e mobili deve fare i conti con la crisi e con i debiti: in gioco ci sono 3.700 dipendenti in tutta la Penisola, di cui 200 circa tra Palermo, Carini e Catania. Il 29 aprile si è tenuto un incontro al ministero con i commissari che, entro maggio, convocheranno i sindacati per la cassa integrazione. Il 27 maggio nuovo appuntamento al tavolo tecnico.

COMUNE DI PALERMO. Messi in salvo i dipendenti della Reset, la consortile che ha assorbito gli ex Gesip, a rischiare adesso sono le aziende che sinora hanno gestito i servizi esternalizzati da Palazzo delle Aquile: l’amministrazione comunale ha deciso di internalizzarne molti, da quelli di pulizia a quelli di manutenzione degli impianti tecnologici, affidandoli alle proprie partecipate. Per questo alcune aziende, come Pfe e Siram, sono in agitazione.

LIMONI. Partiranno da maggio i contratti di solidarietà per sei mesi che interesseranno 252 punti vendita in tutta Italia, coinvolgendo 1.247 lavoratori su 2.042. In provincia di Palermo i contratti di solidarietà interesseranno il 40% dei dipendenti: si tratta di 34 unità tra i negozi di viale Strasburgo, via Leonardo da Vinci, corso Calatafimi, via Principe di Belmonte e Conca d’Oro.

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4U. Sono 175 i dipendenti a rischio, dopo la fine dei contratti di solidarietà. L’azienda ha comunicato una flessione della domanda vicina al 50% ma, ormai, la cassa integrazione non è più rinnovabile: 175 su 370 dipendenti vanno quindi incontro al licenziamento. Per gli altri sono comunque finiti gli ammortizzatori sociali.

TERMINI IMERESE. Messi in sicurezza gli operai ex Fiat, con l’arrivo di Blutec, la scommessa ora è salvare anche l’indotto: circa 300 addetti, di cui quelli di Lear e Clerprem già in mobilità.

KELLER. Il tribunale di Cagliari ha decretato il fallimento dell’impresa, con sede in Sardegna e a Carini. I giudici di secondo grado hanno respinto il ricorso contro la sentenza di primo grado presentato da 420 lavoratori, organizzazioni sindacali, Ministero dello Sviluppo economico e Regioni Sardegna e Sicilia. In primo grado i giudici avevano respinto la richiesta di concessione dell’amministrazione straordinaria. I lavoratori interessati a Carini sono 144.

ANSALDO BREDA. Sono 160 gli operai dell’azienda carinese (che opera nel settore del materiale rotabile), per la quale è stata approvata la cassa integrazione ordinaria a rotazione (circa 50 unità). Scongiurata la chiusura dello stabilimento, grazie a un accordo al ministero, si registra l’interesse di alcuni gruppi internazionali. Trattativa in corso al Mise per la creazione di un centro di riparazione e manutenzione del materiale rotabile.

SELITAL. Un accordo nazionale a gennaio ha scongiurato la chiusura del polo carinese, lasciando in Sicilia l’attività produttiva sulle componenti elettroniche. Mantenuta la Cig con l’integrazione al reddito.

ITALTEL. Situazione in netto miglioramento per i 204 dipendenti attualmente in cassa integrazione straordinaria: l’azienda ha scelto di investire 1,7 milioni di euro per lo sviluppo delle reti a banda larga. Altri 23 milioni saranno per la ricerca.

GRANDE MIGLIORE. Il 31 marzo è scaduta la licenza, il commissario adesso deve provvedere alla valutazione degli immobili e alla redazione del nuovo bando per la loro vendita. Licenziati 160 dipendenti.

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01 Maggio 2015, 06:01

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