01 Marzo 2018, 11:22
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PALERMO – È un bollettino di guerra quello che emerge dai dati della Cassa edile di Palermo relativi al 2017. Se il primo semestre dell’anno scorso aveva fatto segnare numeri negativi, l’estate non ha portato miglioramenti. Anzi, il quadro che emerge dai dati della Cepima è ulteriormente peggiorato. La crisi dell’edilizia a Palermo e provincia non accenna a finire. Il report completo è disponibile sull’house organ della Cassa edile del capoluogo (qui).
Secondo i dati della Cepima, a luglio del 2017 gli operai iscritti sono stati 5058. Erano 6096 lo stesso mese dell’anno precedente, con una flessione di 1038 posti di lavoro andati in fumo in un anno, un calo del 17,03 per cento. Non è andata meglio ad agosto, quando gli operai attivi sono stati 4797 contro i 5718 dell’agosto 2016, cioè 921 in meno, una flessione del 16,11 per cento. Male anche settembre, che ha fatto registrare 4918 operai contro i 5662 dell’anno prima, 744 in meno, – 13,14%.
I dati del terzo trimestre 2017 sono tutti in negativo anche per quanto riguarda le imprese iscritte. A luglio erano 1.313 contro le 1.450 dello stesso mese del 2016. Dunque 137 in meno, quasi il 10 per cento. Flessione anche ad agosto, con 1.256 imprese, 109 in meno delle 1.365 di agosto 2016, l’8 per cento di perdita. La musica non è cambiata a settembre: 1.265 imprese, 126 in meno rispetto a dodici mesi prima, – 9,06%.
Se i numeri su operai e imprese attive non mostrano segnali di buona salute del comparto ne risentono di riflesso anche i numeri sulle ore ordinarie e sulla massa salariale. A luglio 2017 le ore lavorate si sono attestate a 652.763, cioè centomila in meno rispetto a dodici mesi prima, una flessione di oltre il 13%. Il calo delle ore è stato del 12 per cento ad agosto e addirittura del 16 per cento a settembre, con un calo di 120mila ore lavorate rispetto a settembre 2016. Quanto alla massa salariale, il calo è commisurato a quello esposto fin qui, con perdite in doppia cifra percentuale in tutti e tre i mesi estivi: – 13,57 per cento a luglio, – 12,23 ad agosto e – 15,59 a settembre.
“Purtroppo, i risultati del primo semestre non lasciavano troppo spazio alla speranza. E i dati di questo terzo trimestre 2017 confermano le preoccupazioni che avevamo già espresso”, commenta il presidente della Cepima Salvo Russo. “Alla fine dell’anno scorso dicevamo di confidare nella partenza di nuovi grandi cantieri e in un nuovo ed efficace impulso agli appalti da parte dell’amministrazione pubblica. Al momento aspettiamo novità significative in questo senso. Registriamo da parte del nuovo governo regionale la volontà di avviare una serie di interventi pubblici che auspichiamo possano rimettere in moto l’edilizia. In particolare, a Palermo restiamo in attesa che decolli una volta e per tutte il Patto per la città, che sbloccherebbe opere per oltre settecento milioni di euro”.
Nelle scorse settimane, ad esempio, l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, ha firmato il decreto che prevede interventi per circa 224 milioni di euro, destinati a opere di potenziamento tecnologico, infrastrutturale e agli adeguamenti a norma di 59 ospedali siciliani: per Palermo e provincia le somme stanziate ammontano a 53,4 milioni. A Palermo, tra l’altro, per il completamento dell’Ospedale ‘Di Cristina’ sono destinati 13 milioni (realizzazione del secondo stralcio) e altri 13 per la messa a norma del padiglione “A” dell’ospedale ‘Cervello’. Un’altra boccata d’ossigeno può arrivare dalle somme stanziate dal governo regionale per interventi sull’edilizia scolastica. Si tratta di circa 76 milioni di euro, come ha annnunciato nei giorni scorsi l’assessore regionale Roberto Lagalla. Per Palermo e provincia ci sono circa 17 milioni.
Il vicepresidente della Cassa edile di Palermo Francesco Piastra (Fillea Cgil) analizza così i dati del 2017: “Purtroppo, la ripresa che era pronosticata per il 2018, anzi già per la fine del 2017, non c’è. Soprattutto gli appalti pubblici in Sicilia e a Palermo non decollano. Per esempio, di recente abbiamo fatto un focus sulla depurazione, su 14 progetti per 40 milioni di euro che dovevano partire, la metà delle somme sono ferme perché manca la progettazione esecutiva”. Un problema diffuso a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica quello dei ritardi nella progettazione. Come ad esempio accade per il Patto per Palermo (vedi articolo nelle pagine successive). “Abbiamo chiesto da tempo come organizzazioni sindacali un incontro con l’amministrazione comunale – conclude Piastra -. Il 22 febbraio abbiamo effettuato un presidio proprio per stimolare l’amministrazione sul patto per Palermo. Ci sono tante opportunità, tanti annunci ma stentano a tradursi in realtà”.
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01 Marzo 2018, 11:22