Politica

Edy, un uomo solo al… Tamajo: “Forza Italia prima da quando ci siamo noi”

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11 Giugno 2024, 06:50

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PALERMO- Nell’eco dei bisbigli post-elettorali, girano profezie incontrollate che pronosticano la vittoria dell’Italia per venti a zero, nella finale dei campionati europei, con tutti e venti i gol segnati da Tamajo, ovviamente di testa, su calcio d’angolo.

Tamajo, cioè Edy, centravanti di sfondamento di Forza Italia alle Europee, anche se – riferiscono – che giocasse centrale nei tempi giovanili dei campetti. Lui ha fatto gol ancora una volta – da qui il paradosso calcistico che è vita vissuta -, raccogliendo uno sproposito di consensi. Quale stadio sceglierà? Andrà su, in zona Bruxelles, o rimarrà quaggiù? Domandone finale che il nostro glissa con il consueto dribbling: “Mi incontrerò con Schifani e Tajani. Vedremo insieme con il partito”.

Scusi, assessore, come si prendono così tanti voti? Lui sospira, accanto al palco, nella camicia già inzuppata, durante la festa di ringraziamento a Mondello: “Ho un grandissimo rapporto con il territorio, con gli amministratori, con le persone, con chi ama la Sicilia e Palermo. Questo genera fiducia ed entusiasmo”.

Altri obiettivi futuribili? Presidenza della Regione? Presidenza dell’Ars, con quella vagonata di preferenze, capirai… “Nel mio futuro c’è la voglia di lavorare per la Sicilia, senza ambizioni personale sfrenate. Io sono uno che costruisce piano piano. Con il partito decideremo, nell’interesse della Sicilia e dei siciliani. Oggi Forza Italia rappresenta il voto moderato e rassicurante”. Classiche risposte del novantesimo minuto.

Questo lembo di Mondello, con un palco montato dalle parti del Charleston, ribolle di sguardi speranzosi e occhi che chiedono attenzione, nei giorni complicati dell’arrancare di molti. Nelle retrovie, si azzardano pronostici. Va o resta? “Resta, resta – suggerisce qualcuno -. Uno che porta tanti voti, se si fa da parte per continuare a stare sul territorio e lascia spazio, te lo immagini la cambiale politica che può incassare?”.

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Alla spicciolata salgono sulla scena quasi tutti, dopo il saluto di Edy alla famiglia, paziente e silente collaboratrice di un’ascesa. Per la verità, Salvatore Iacolino, potente figura della sanità, non si muove, essendo un politico abituato alla strategia della discrezione, e si accomoda tra la gente. Poi, convocati, ecco gli altri.

C’è Aristide Tamajo, papà di Edy e assessore comunale, con Piero Alongi e Rosi Pennino. C’è Ciccio Cascio. C’è Totò Cardinale. C’è Gaspare Vitrano, in cima a un drappello nutrito. Ma Tamajo junior non sarebbe tale, se non fosse sempre in grado di gratificare i ‘soldati semplici’ del suo esercito. A cui rivolge parole di miele, sollecitando l’ovazione, mentre una ossessiva canzoncina adattata alle esigenze (“siamo Tamajo, la la la la la”), martella i timpani. C’è un popolo che si sente protagonista e vincitore. Ecco l’alchimia, o una delle tante.

Nel retropalco gli slogan, tra il serio e il faceto, ancora si sprecano. “Edy, vidi vici“. “Un uomo solo al Tamajo”. “Ho girato una terra meravigliosa, piena di eccellenze – il protagonista arringa la folla -. Ero sempre più convinto, giorno dopo giorno, che avremmo ottenuto un risultato storico. Non abbiamo mai detto qualcosa contro qualcuno, né mai iniettato veleno o urlato”.

La conclusione è una rivendicazione, dissimulata dall’aplomb, però risoluta: “Da quando siamo entrati noi in Forza Italia, siamo i primi a Palermo e i primi in Sicilia. Non vogliamo fare gli arrampicatori. Lavoreremo per tenere unito il partito, affinché cresca ancora”. Tocca allo spumante celebrativo: un brindisi da moltiplicare per centoventimila. La Curva Tamajana di Mondello balla, si abbraccia e quasi azzarda una ola. Come se avesse vinto la Champions League.

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11 Giugno 2024, 06:50

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