25 Febbraio 2013, 20:40
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PALERMO – Si è presentato alle 20.15 all’Nh Hotel di Palermo per seguire lo spoglio elettorale dopo un’estenuante seduta di giunta regionale, convocata proprio nel giorno delle elezioni. Il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, l’immancabile sigaretta alla mano, osserva soddisfatto i numeri sullo schermo: il suo Megafono in Sicilia sta ottenendo buone percentuali. Ma subito gli appare evidente l’intricata situazione a livello nazionale, dove si profila l’ingovernabilità al Senato.
“Questi risultati confermano che l’analisi che io avevo fatto alle elezioni regionali erano corrette – commenta – perchè in Sicilia per vincere bisgonava fare una colazione in cui c’erano sinistra e moderati. Ci sono responsabilità politiche enormi sia da parte dell’Udc, che ha pensato di allearsi con Monti e la sua politica antimeridionista, sia da parte di Bersani, che ha privilegiato un’alleanza troppo a sinistra rispetto a quella con un fronte più ampio. Sel non ha ormai nessuna adesione nella società italiana. A Casini la lezione siciliana non ha insegnato niente. Il Megafono, una forza nata pochi mesi fa, conferma di avere un’adesione forte nella società siciliana e crescerà ulteriormente. Sarà decisivo alle prossime amministrative. E’ evidente che avrebbero dovuto permetterci di presentarci anche alle nazionali”.
“E’ mancato il coraggio – continua Crocetta –, non ci hanno voluto dare spazio. Se presentando una lista nella sola Sicilia abbiamo fatto l’1% nazionale, presentando una lista in ogni regione probabilmente avremmo raggiunto percentuali a due cifre. Ma il Pd non ha voluto esportare il nostro modello: asse tra sinistra e centro e apertura democratica ai grillini. Se mi avessero ascoltato saremmo qui a parlare di una vittoria certa sia al Senato sia alla Camera”. Per il governatore l’eventuale mancata maggioranza del Pd non sarebbe responsabilità del suo movimento: “i democratici hanno gli stessi numeri alla Camera e al Senato. Noi abbiamo raccolto i voti di chi altrimenti non sarebbe andato a votare e dalla società civile”.
Crocetta ne ha anche per Lupo, il segretario del Pd siciliano che si aspettava dal Megafono un risultato migliore: “Ma che cretinate dice? Pensi al Pd che ha perso il 6%. E’ una cretinata terribile. Lupo cominci a essere più responsabile e a costruire una grande unità”. Passando agli avversari, se Miccichè e Lombardo “sono stati completamente annientati dalla loro alleanza con Berlusconi”, l’exploit di Grillo si dovrebbe “a un travaso di voti dall’elettorato di Sel e Idv”. E Ingroia? “Anche con lui si poteva fare un’alleanza. Lui è andato avanti imperterrito, ma in ogni caso i suoi voti non sarebbero stati sufficienti”. Crocetta non ritiene il voto nazionale decisivo per la realtà politica siciliana: “In questi mesi la Sicilia ha dimostrato che può essere autonoma e fare bene anche da sola. Si è avviata una svolta. Se a livello nazionale si farà come si è fatto nella nostra regione non ci sarà ingovernabilità. Siamo noi ad essere un modello. La debacle dell’Udc non porterà a un rimpasto in giunta. Siamo alleati, abbiamo vinto insieme. Sicuramente loro hanno sbagliato ma io non tradirò la coalizione che mi ha votato. Gli assessori non cambiano”.
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25 Febbraio 2013, 20:40