01 Ottobre 2022, 05:09
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CATANIA – “Strategie più sofisticate, rispetto ad anni passati, nella attuazione del “voto di scambio”. Questo quello che ha portato alla luce l’esperienza del Controllo Popolare Antimafia sulle elezioni del 25 settembre scorso e promossa da Arci, CGIL, I Siciliani giovani e Rete degli Studenti Medi ai quali si sono aggregati, nei giorni precedenti alle votazioni, semplici cittadine e cittadine e l’associazione “Antimafia e legalità”.
“Le preoccupazioni circa il condizionamento illegale del voto sono state confermate e si sono monitorate e denunciate situazioni e pratiche molto gravi nei giorni precedenti alle elezioni e nel giorno delle votazioni”, denuncia Matteo Iannitti, componente dell’Arci.
Molte pratiche illegali sono state solo riferite alle associazioni che hanno composto il Controllo Popolare, ma senza alcun supporto di prova non è stato possibile denunciarle alle autorità. “Riteniamo utile, al fine di prevenire in futuro simili comportamenti, condividere la segnalazione circa la distribuzione di alcuni pacchi spesa all’interno di alcuni condominii nelle periferie della città – precisa il Comitato in una nota – sembrerebbe che, a differenza del passato, i candidati abbiano trovato una strategia più sofisticata e prudente per attuare la miserabile pratica del voto di scambio. Il candidato, o un suo sodale, consegnerebbe denaro contante per qualche centinaio di euro a un referente del condominio. Questo referente con quel denaro acquista la spesa che, successivamente viene divisa in decine di buste da consegnare ai condomini. Subito dopo vengono consegnati i fac-simili con l’indicazione di voto e solo successivamente passa il candidato per farsi conoscere dagli elettori a cui era stato consegnato, indirettamente, il pacco spesa. Si tratterebbe di una pratica odiosa e molto difficile da dimostrare agli occhi dell’autorità di polizia e giudiziaria”.
Sono invece state riscontrate e “provate” altre pratiche illegali durante i giorni di campagna elettorale dove i CAF e i patronati diventano il centro della campagna per molti candidati. “Alcuni CAF e Patronati sono stati addirittura inaugurati dagli stessi candidati nel pieno svolgimento della campagna elettorale – continua il Comitato – è stata una pratica diffusa quella dell’utilizzo fraudolento, da parte dei CAF e dei patronati, degli elenchi degli utenti. In alcuni casi sono stati gli stessi operatori dei CAF e dei patronati a contattare gli utenti per proporre il nome del candidato da votare e per invitare a iniziative elettorali. In altri casi questi dati sono stati consegnati alle segreterie politiche per procedere al contatto. Alcuni CAF e Patronati sono stati di fatto trasformati in comitati elettorali, con manifesti affissi e incontri politici svolti al loro interno. A tal proposito ci auguriamo che l’autorità giudiziaria possa fare presto luce sulle modalità con cui il Comune di Catania e altri comuni probabilmente coinvolti abbiano potuto consegnare decine di certificati elettorali a un solo delegato. Tale prassi, al di là della rilevanza penale, va bloccata, anche in vista delle prossime elezioni”.
Altra pratica odiosa riscontrata dal Controllo Popolare Antimafie, davanti a quasi tutti i seggi, è stata “la presenza di migliaia di fac-simile gettati a terra da galoppini dei candidati, oltre all’elemento ambientale e del decoro, mira a ricordare agli elettori, fin davanti ai seggi e in alcuni casi anche fin dentro le scuole, della presenza del candidato da votare e, spesso, i fac-simili in terra sono il segnale della presenza dei galoppini che controllano i votanti nei pressi del seggio”.
È stato riscontrato durante l’attività del Controllo Popolare che gli ingressi ai seggi è costantemente monitorato, in quasi tutta la città, sia dai galoppini che dagli stessi candidati, che stazionano davanti ai seggi per verificare che tutte le persone contattate, che dovrebbero esprimere il voto per loro, si presentino al seggio e che confermino “l’impegno preso”.
Un’altra disamina elettorale, ma molto più triste, è la storia in numeri che lo stesso Matteo Iannitti racconta: “Nella sezione duecentosettantaquattro nel quartiere di Librino, dormitorio per decine di migliaia di persone, dove le strade sono piene di discariche, i teatri sembrano essere stati bombardati e la dispersione scolastica galoppa. Alla sezione elettorale duecentosettantaquattro, assegnata alla scuola Dusmet di viale Castagnola, sarebbero dovuti andare a votare in ottocentosettantuno – continua Iannitti – si sono presentati in trecentocinquantanove. Centosessantacinque uomini, centonovantaquattro donne. Il quarantuno per cento. Sei cittadini su dieci hanno deciso di non andare a votare. Una democrazia violata non solo da pratiche illegali, ma dalla scarsa partecipazione. I risultati di questi atteggiamenti, purtroppo, li vedremo nei prossimi anni. Noi siamo impegnati a cambiarla, questa tendenza”
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01 Ottobre 2022, 05:09
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