09 Maggio 2017, 17:34
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PALERMO – Tutto rinviato. La Finanziaria bis questo pomeriggio non è riuscita a raggiungere Sala d’Ercole. Si è fermata in conferenza dei capigruppo, dove i deputati hanno preso atto della presenza di ben 400 emendamenti “aggiuntivi” alla norma: troppi. Se ne riparlerà dal 18 maggio, giorno successivo alla presentazione delle liste per le amministrative. Ma la discussione potrebbe slittare ancora. Perché al di là del problema “tecnico” legato alla pioggia di proposte di modifica al testo, a entrare nel pieno dell’attività legislativa dell’Ars sono anche le elezioni.
I parlamentari, insomma, hanno avvertito fortemente il rischio che molte delle norme previste nel testo del “collegato”, quelle che aprono a nuove assunzioni, nuove stabilizzazioni, promozione di dipendenti pubblici e contributi a pioggia, potesse influenzare appunto il cammino verso il voto. E del resto, avevamo raccontato ieri come le norme e gli emendamenti presentati avrebbero potuto avere, come effetto, quello di produrre circa tremila nuovi contratti. Così, tutto fermo. Tutto torna in commissione. Con la possibilità concreta che la discussione slitti addirittura a dopo l’11 giugno.
Ma una norma importante è comunque prevista all’ordine del giorno nella seduta del prossimo 18 maggio. Si tratta del progetto di fusione tra Cas e Anas, fortemente voluto dal governo, ma bocciato in commissione bilancio durante i lavori della Finanziaria. Una norma che, quindi, paradossalmente “sorpassa” tutte quelle già approvate dalla stessa commissione, e giungerà in Aula sotto forma di disegno di legge autonomo. Su questa, infatti, se si esclude il “no” del Movimento cinque stelle, sembra esserci già una ampia condivisione di Sala d’Ercole. Così, il 18 maggio si partirà dalle autostrade. Il resto, ossia assunzioni, finanziamenti, stabilizzazioni, oltre alle norme sulla dirigenza, sulla liquidazione di Riscossione Sicilia, sulla soppressione dell’Aran Sicilia, sul nuovo ufficio stampa della Regione sarà discusso subito dopo. Elezioni permettendo.
“Il rinvio d’aula sul collegato alla Finanziaria – dice il deputato di Forza Italia Vincenzo Figuccia – è un brutto segnale per le categorie e le imprese siciliane che aspettano un segnale dal governo e dal parlamento per risolverle questioni spinose ed investire sul futuro e sullo sviluppo. C’è il rischio che tante norme inserite nel ddl rimangano lettera morta a causa dell’inerzia che contraddistingue il governo Crocetta. Ad esempio Comuni, Forestali, Pip e imprese rimarranno senza risposte. Al di là del tentativo di sfoltire gli emendamenti, mi pare che il governo abbia incagliato la nave, con gravi ripercussioni per la Sicilia”.
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09 Maggio 2017, 17:34