Dal Porcellum al Consultellum | La maggioranza resta lontana

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10 Marzo 2018, 13:59

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Con i risultati di domenica, sarebbe stato difficilissimo trovare una maggioranza parlamentare anche con il Porcellum e il Consultellum. Lo rileva un’analisi dell’Istituto Cattaneo di Bologna, che ha fatto una proiezione dei risultati sulla legge elettorale in vigore fino alla precedente tornata elettorale, con il suo emendamento della Corte costituzionale (il cosiddetto ‘Consultellum’) e con l’Italicum, la legge, pensata solo per la Camera in parallelo alla riforma costituzionale che prevedeva il ballottaggio, dichiarato anche questo illegittimo dalla Consulta.

Il Porcellum avrebbe, come già successo nel 2013, reso indispensabili larghe intese al Senato, determinando una situazione estremamente simile alla composizione attuale.

Diverso il discorso dell’Italicum dove la maggioranza sarebbe stata assicurata al vincitore del ballottaggio fra centrodestra e Movimento 5 Stelle. “Sono simulazioni – avverte Marco Valbruzzi, ricercatore del Cattaneo – da prendere con molte cautele: le leggi elettorali, infatti, condizionano moltissimo sia il modo in cui gli elettori fanno le loro scelte sia le proposte politiche dei partiti, in termini di alleanze e di messaggi con cui presentarsi all’elettorato”.

Il Porcellum avrebbe, come previsto, assegnato la maggioranza alla Camera su base nazionale alla coalizione vincitrice, ovvero al centrodestra. Al Senato invece, visto che il premio scattava a livello regionale, si sarebbe determinata una soluzione incredibilmente simile a quella attuale, con la coalizione di centrodestra a oltre venti seggi dalla maggioranza. Una situazione tutto sommato non troppo diversa rispetto a quella che si determinò nel 2013 e che rese necessarie le larghe intese.

Anche il Consultellum, una legge di impianto puramente proporzionale, non avrebbe, d’altro canto, modificato in maniera troppo significativa la situazione rispetto al Parlamento uscito dalle elezioni di domenica, al netto di qualche piccola oscillazione. Anche se si fosse votato con la legge emendata dalla Corte Costituzionale un governo sarebbe potuto nascere solo da un’alleanza che non avrebbe potuto prescindere da almeno un gruppo parlamentare fra M5s e Lega.

L’Italicum nella versione approvata dal Parlamento, invece, avrebbe regalato 340 deputati, quindi la maggioranza assoluta, a chi, fra centrodestra e M5s, avesse vinto il ballottaggio.

“Ovviamente non possiamo sapere chi avrebbe vinto il ballottaggio – dice Valbruzzi – anche se, alla luce dei flussi che abbiamo analizzato in questi giorni e alle dinamiche che si sono innescate in questi anni alle elezioni comunali, dove sono previsti i ballottaggi, è ipotizzabile che la vittoria sarebbe andata ai cinque stelle”.

L’Istituto Cattaneo non ha, invece, fatto simulazioni con il Mattarellum, la legge elettorale con la quale si è votato dal 1994 al 2001. “Con quella legge – spiegano al Cattaneo – per la Camera si esprimevano due voti diversi e l’importanza del candidato nel collegio, e delle coalizioni che lo sostenevano, era determinante. Se le simulazioni con altre leggi elettorali vanno prese con cautela, quella sul Mattarellum sarebbe stata pura fantasia. Certo è – conclude Valbruzzi – che in uno scenario frammentato come quello a cui siamo di fronte, peraltro non così diverso da molti paesi europei, o si fa una legge elettorale che garantisce la governabilità, ma non vedo oggi maggioranze che potrebbero approvare una legge di questo tipo, oppure rimane unicamente la strada degli accordi fra i gruppi parlamentari”.

(ANSA)

Pubblicato il

10 Marzo 2018, 13:59

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