Flop Lo Bello, exploit Lantieri | Il destino degli assessori uscenti

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07 Novembre 2017, 20:16

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PALERMO – Qualcuno può sorridere. Qualcun altro invece è rimasto assai deluso da queste elezioni. È il caso del vicepresidente uscente Mariella Lo Bello: “Avrei proseguito, ma così non sarà”, si rammarica. È lei uno degli assessori uscenti a non centrare l’ingresso a Sala d’Ercole. Con lei, un’altra donna come Carmencita Mangano e la “sorpresa” negativa del quotato Bruno Marziano. Ce la fa invece l’altra donna in corsa, Luisa Lantieri, insieme agli altri candidati del Pd Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici e Anthony Barbagallo.

Brucia, la sconfitta elettorale di Mariella Lo Bello, catapultata nella lista del Pd ad Agrigento, con una scelta last minute: erano i giorni caldissimi della formazione delle liste. Quelli che porteranno Crocetta e il suo Megafono all’interno della “Lista Micari” che naufragherà alle urne. Ma Mariella aveva fatto in tempo a lasciare quella nave che era chiaramente destinata ad affondare, finendo tra i Dem. Non è stato però sufficiente. L’assessore alle Attività produttive, già alla Formazione e già al Territorio, forse paga il fatto di essere stata il più fedele tra gli assessori di Crocetta. E così, per lei appena 1700 voti: finisce dietro al deputato uscente Giovanni Panepinto (anche lui resterà fuori dall’Ars) e al giovane Michele Catanzaro che conquista l’unico seggio. “Nelle competizioni – scrive la Lo Bello su Facebook, ringraziando comunque gli elettori – ci sono vincitori e sconfitti. Io sono tra quelli che hanno perso. Avrei proseguito in un percorso nel quale ho creduto, ma così non sarà. Mi resta una grande gioia, la grande ricchezza – aggiunge – che questa esperienza mi ha donato: quel capitale umano che è la vostra presenza. Sono certa che l’affetto che ho ricevuto e ricambio col cuore, è stato vero e sincero da ambo le parti”.

Ha ottenuto meno voti della Lo Bello, la collega di giunta Carmencita Mangano, a capo dell’assessorato alla Famiglia: per lei appena 1.275 voti nel collegio di Palermo. Nonostante il ruolo di assessore, la psichiatra arrivata in giunta in “quota D’Alia”, finisce quarta nella lista di Alternativa popolare, il partito di Angelino Alfano. Ma per lei non sarebbe servito a nulla nemmeno un risultato assai maggiore: la lista degli alfaniani infatti si è fermata al di sotto del 5 per cento, sbarrando così l’ingresso all’Ars a tutti i propri candidati.

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A sorpresa, invece, resta fuori da Sala d’Ercole Bruno Marziano, nonostante la titolarità di un assessorato che in passato aveva “portato bene” in occasione delle elezioni. Ma la gestione della Formazione in Sicilia, forse, negli ultimi anni ha portato più problemi che occasioni. E così, ecco la clamorosa esclusione a Siracusa, dove Marziano è bruciato da Giovanni Cafeo.

L’altra faccia della luna è ovviamente quella degli assessori che possono ripresentarsi a Sala d’Ercole. E chissà se e in che modo avrà influito il ruolo di assessore di rami di amministrazione notoriamente “pesanti”. È il caso di Antonello Cracolici, titolare dell’Agricoltura, che negli ultimi giorni ha firmato un tanto atteso “aumento” per i Forestali: a Palermo arriva comunque secondo, con i suoi 7.500 voti, dietro a Giuseppe Lupo. Che in giunta non c’era, ma lì esprimeva un assessore politicamente a lui assai vicino: Anthony Barbagallo a Catania fa il pieno, con 14 mila voti, “rintuzzando” la rincorsa di Angelo Villari sostenuto dalla deputata uscente Concetta Raia. Ce la fa anche Baldo Gucciardi, a capo di una Sanità che in queste settimane ha avviato assunzioni e stabilizzazioni un po’ in tutte le Province. A cominciare dalla propria, quella di Trapani. Nonostante questo, l’ex capogruppo del Pd ha un po’ tremato: Giacomo Tranchida, ex sindaco di Erice, è arrivato ad appena 300 voti da lui, che eppure ne aveva racimolati quasi 11 mila. Exploit a Enna, invece, di Luisa Lantieri: l’assessore alla Funzione pubblica e alle Autonomie locali ottiene più di 7.800 voti nella patria di Mirello Crisafulli. E il ruolo del ras di Enna sembra non essere stato nemmeno così marginale…

Qualche altro assessore, invece, ha seguito le elezioni da spettatore. È il caso di Aurora Notarianni: l’assessore per un mese, chiamata ai Beni culturali in vista della campagna elettorale, è finita invischiata del pasticciaccio brutto della Lista Micari a Messina. E così, fuori dall’elenco dei candidati, insieme allo stesso governatore Crocetta. Non era prevista nemmeno la candidatura del megafonista Luigi Bosco, chiamato anche lui per pochi mesi in giunta dopo lo “strappo con Giovanni Pistorio”, lo stesso vale per Maurizio Croce che non è nemmeno residente in Sicilia. Ha potuto osservare il discreto risultato del suo partito di riferimento, Sicilia Futura, riuscita a ottenere il 6 per cento, superando la soglia per l’ingresso all’Ars. Non era candidato, ma era un assessore designato al bilancio Alessandro Baccei. Ma la sua avventura in Sicilia, per il momento si ferma qua, dopo la vittoria di Musumeci e la debacle del suo governatore “di riferimento”, ossia il rettore Fabrizio Micari. Pronta a fare le valigie, invece, l’assessore all’Energia Vania Contrafatto. “ La mia esperienza politica – ha comunicato agli amici di Facebook – come detto sin dal momento in cui iniziò, finisce oggi, e presto tornerò a fare il mio lavoro fuori dalla mia terra, lasciando qui i miei affetti, i miei amici , la mia casa. Tanto ho imparato da questa esperienza e tanto ho lottato – ha aggiunto – parlando il meno possibile e lavorando come so fare io, cercando di fuggire alle polemiche. In molte occasioni ci sono riuscita , in alcune no. Ho conosciuto tante persone, tanti amministratori, tanti cittadini ma soprattutto tanti lavoratori, a cui va il mio abbraccio e il mio augurio per un futuro che sia costruttivo e di crescita qualunque colore abbia”. E il futuro, almeno per i prossimi cinque anni, avrà le tinte del centrodestra.

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07 Novembre 2017, 20:16

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