17 Giugno 2017, 10:19
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TRAPANI – Dal ruolo di ‘agnello sacrificale’, in una tornata elettorale che vedeva ai nastri di partenza le artiglierie pesanti di Mimmo Fazio e Antonio D’Alì, alla pole position per l’elezione a sindaco. Ne ha fatta di strada Piero Savona, candidato del Partito democratico in una Trapani che non vede un governo progressista da quasi venti anni. Nato 59 anni fa nell’antico quartiere San Pietro, a due passi dalla ‘Marina’, il lungomare nobile della città, il candidato del Pd, che un tempo dirigeva un ente di formazione, sconosciuto al grande pubblico, non partiva con i favori del pronostico. Nella mente di tanti trapanesi il secondo turno sarebbe stata una partita interna al centrodestra, con la terza piazza di Savona insidiata dal grillino Marcello Maltese, e invece l’uomo del Pd è riuscito a centrare il ballottaggio e ora, davanti alla ‘informale’ rinuncia di Fazio che ha spiegato di volere mettersi da parte, è un passo dall’elezione a Palazzo D’Alì. Fazio non ha completato la sua squadra di assessori e così Savona andrà al ballottaggio da solo. La votazione dovrà vedere la partecipazione della maggioranza degli aventi diritto al voto e Savona, a sua volta, dovrà raccogliere almeno il 25% dei consensi calcolato sull’intero corpo elettorale. Se questi due obiettivi non verranno raggiunti il voto sarà considerato nullo.
Cresciuto politicamente nella Margherita, con due mandati da consigliere comunale e uno da consigliere provinciale alle spalle, l’attuale direttore dell’Iacp di Trapani (“assunto con concorso pubblico”, ci tiene a precisare) è tornato alla politica attiva dopo nove anni di assenza. “Ho vissuto un periodo in cui mi sono disinnamorato della politica”, ha raccontato più volte nel corso di una campagna elettorale piena di sorprese: prima la richiesta di soggiorno obbligato per Antonio D’Alì, poi l’arresto e la successiva revoca dei domiciliari per Fazio e, infine, il balletto sulla rinuncia o meno da parte dell’ex sindaco al ballottaggio. Colpi di scena che hanno messo Trapani al centro dell’attenzione e che hanno prodotto alla fine un secondo turno che vede protagonista Savona, uomo riservato e poco incline ai coupe de theatre, ma che con una campagna elettorale condotta pancia a terra e lontano dai riflettori ha centrato il secondo turno.
Passavano i giorni, gli scandali e i rintocchi giudiziari ma Savona proseguiva il suo percorso: “Piero vai avanti per la tua strada, manca poco ma non dobbiamo distrarci”, gli suggeriva qualche giorno fa un importante dirigente dem davanti al comitato elettorale dell’hotel Crystal, a pochi passi dalla stazione. Alla fine, davanti anche a un Movimento cinque stelle che da queste parti fa fatica ad attecchire, Savona, con tre liste a suo sostegno, ha raccolto il 26,3%, non lontanissimo dal 31,8% di Fazio. Per lui, ex segretario regionale della Uiltucs, una campagna elettorale partita da lontano, in primavera, fatta di incontri con il mondo delle professioni e con le imprese, lontana dai grandi annunci.
Sul suo sito si definisce un “trapanese fino al midollo e orgoglioso di esserlo”, anche se la tipica giornata del candidato dem inizia a Xitta, piccola frazione lungo la Statale per Marsala, dove Savona vive insieme con la moglie Antonietta. I figli, Roberta e Giuseppe, lavorano lontano da Trapani e così spazio all’hobby del giardinaggio e della cucina. Il mare preferito, immancabile amico di qualsiasi buon trapanese, è quello di Marausa che guarda alle Egadi. Nell’agenda del candidato c’è la rinascita anche di questa frazione di confine con Marsala: un evergreen di tanti programmi, a dire il vero. In cima alla lista, però, c’è l’avvio della raccolta differenziata, un obiettivo che potrebbe sembrare di piccolo cabotaggio ma che nella Trapani del 2017 manca ancora.
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17 Giugno 2017, 10:19