Archivio

Fazio e il ballottaggio fantasma, la partita a scacchi di Trapani

di

13 Giugno 2017, 21:15

3 min di lettura

TRAPANI – Seduto in un salone del suo quartier generale all’hotel Crystal, Piero Savona sospira: “Questa città ha subito lo scontro di potere tutto interno al centrodestra, tra Fazio e D’Alì, e la sua immagine è compromessa da tempo”. Trapani ha appena vissuto la sua ennesima giornata di passione con il ritiro informale di Mimmo Fazio dal secondo turno del 25 giugno e con il candidato dem, che non partiva con i favori dei pronostici, che vede la strada spianata verso Palazzo D’Alì. All’orizzonte, però, c’è un ballottaggio ‘fantasma’ che ne minerebbe l’autorevolezza: “Non abbassiamo la guardia – spiega -, c’è il rischio astensionismo e poi non credo al ritiro di Fazio”. L’ex sindaco resta in corsa ma nella conferenza stampa convocata per comunicare il suo disimpegno dalla campagna elettorale ha fatto riferimento a un atto di “sensibilità” che dovrebbe portare il candidato del Pd a rinunciare a sua volta rendendo di fatto inutile il voto del 25 giugno. “E’ stata una campagna elettorale certamente anomala”, è il Fazio-Pensiero. Un messaggio criptico ma facile alla decodifica: “Quello di Fazio è un ritiro ufficioso – sostiene Savona -. Lui non ha l’autorità morale e politica per parlare di sensibilità. Comprendo l’aspetto umano della vicenda ma avrebbe dovuto pensarci prima. Le vicende giudiziarie di Fazio e D’Alì riguardano loro due, non la città. Noi portiamo avanti la nostra proposta spiegando ai cittadini come intendiamo amministrare Trapani nella legalità”. Frasi pronunciate poco dopo una riunione operativa con i vertici del partito e con il segretario provinciale Marco Campagna.

Secondo Savona la mossa di Fazio è solo una “strategia” difensiva “correlata” all’appello presentato dalla Procura contro la revoca dei domiciliari all’ex sindaco. In casa Pd si avverte la tensione del possibile successo ma la linea è una sola: andare avanti senza proclami e portare “tanti elettori” al voto per dribblare in anticipo le critiche che verrebbero mosse a un sindaco ‘di minoranza’, eletto da una residua percentuale di trapanesi. Mosse tattiche un una città che sembra diventata un immenso scacchiere, con tre giocatori seduti al tavolo. Fazio, Savona e D’Alì sono i protagonisti di una campagna elettorale che ha regalato, forse, l’ultimo colpo di scena aprendo la strada a un governo di centrosinistra che manca da quasi vent’anni. “Quando tutto questo sarà finito parlerò, ma in questo momento ho deciso di fare un passo indietro”, le parole di Fazio nel caldo pomeriggio di Trapani davanti a un centinaio di simpatizzanti che non sentono ragioni e che intendono votare l’ex sindaco nonostante il suo annuncio. “Non rinuncio formalmente al ballottaggio perché consentirei a D’Alì, che è già stato bocciato dai trapanesi, di partecipare al secondo turno – è la teoria di Fazio – ma se dovessi essere eletto abbandonerei la carica”.

Articoli Correlati

Il senatore di Forza Italia è il terzo ‘giocatore’ di una partita infinita. Tra lui e Fazio, un tempo amici, non corre buon sangue e la risposta dell’uomo forte di Forza Italia arriva attraverso due fedelissimi, i neo consiglieri comunali Giuseppe Guaiana e Gaspare Gianformaggio: “Fazio conferma la sua arroganza – dicono -. La sua annunciata volontà non di abbandonare la campagna elettorale, ma di voler indirizzare il voto verso un unico candidato, ci lasciano esterrefatti. Chi si crede di essere? Il padrone dei trapanesi?”. Poi la provocazione: “Se vuole veramente un voto libero rinunci ufficialmente, potrebbero seguire altre rinunce, ma ciò che sta facendo è civicamente irricevibile. Dice di non voler penalizzare la città e invece la sta esponendo ancora una volta alla gogna mediatica”. Il messaggio è chiaro: D’Alì, come Savona, non crede al disimpegno dell’ex sindaco e non accetterebbe comunque un ballottaggio ‘regalato’ dal nemico Fazio. E’ l’ultima mossa della partita a scacchi di Trapani.

Pubblicato il

13 Giugno 2017, 21:15

Condividi sui social