21 Settembre 2013, 18:04
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PALERMO – Monta la rivolta di ristoratori e titolari di pub contro il nuovo regolamento a cui sta lavorando l’amministrazione comunale per regolamentare la presenza di gazebo fuori dai locali. Il Comune, infatti, è alle prese con una normativa che si pone come obiettivo l’eliminazione dei gazebo già esistenti e il blocco della costruzione dei nuovi, al posto dei quali prenderanno piede i cosiddetti “dehors”, ovvero pedane mobili con ombrelloni, tavoli e sedie.
Tema caldo quello della gestione del suolo pubblico in una città già minata da innumerevoli problemi, e che rischia di strozzare decine di attività commerciali e locali notturni a Palermo. Una questione che nasce dentro l’Asp, che vieta la somministrazione di cibo e bevande all’aperto per via di inquinamento e insetti, motivo per cui si ritiene necessario l’utilizzo di gazebo. Proprio ieri l’assessore Di Marco ha spiegato a Livesicilia che “in altri comuni la questione è stata gestita, mentre qui sembra di vivere in un altro ambiente, come se non fossimo in Italia” e che “il tema è gestire le attività di ristorazione che devono fornire pasti all’aperto”. Altro problema sarebbe poi quello relativo alla normativa europea in merito alla concorrenza tra chi può ampliare l’area e chi non può farlo.
Una coperta già corta ma che rischia di diventarlo ancora di più dal momento che mentre il Comune di Palermo è in fase di definizione del regolamento che sostituirà quello precedente sui gazebo, l’assessore alle Attività Produttive Paolo Caracausi stava raccogliendo le proposte di modifica al regolamento da parte delle associazioni, da presentare alla Prima Commissione. Ma lo stesso Caracausi aveva precisato di non essere per la “la difesa dei gazebo, quindi ben venga la modifica”.
I commercianti, però, non ci stanno e puntano il dito contro l’amministrazione rea di non pensare a garantire il sostentamento di quella che è rimasta una delle poche realtà che ancora animano la città e la movida del capoluogo dell’Isola. “Abbiamo il gazebo da nove anni – dice Francesco D’Amore, titolare del pub “Basquiat” – Siamo sempre stati in regola con le normative vigenti. Ad oggi l’eliminazione dei gazebo porterebbe a una diminuzione delle attività e ci costringerebbe a licenziare personale. Cosa impensabile, soprattutto per dei locali che costituiscono dei punti di riferimento in una città allo sbando”. Della stessa opinione anche Viviana Di Fatta, impiegata del locale: “Penso che le regolamentazioni siano giuste ma bisogna avere un po’ di buon senso. Non abbiamo mai dato disturbo a nessuno e abbiamo contribuito a creare un” economia in un città ferma”.
Sulla stessa scia Gigi Mangia, proprietario dell’omonimo ristorante: “Credo che si stia esagerando con la questione gazebo. Il problema di Palermo non può essere ridotto al sonno dei pensionati o a delle strutture un po’ ingombranti. La città ha altri temi da svolgere. Questa amministrazione ha avuto sicuramente gravi nodi da sciogliere, ma è necessario che amministri sul serio, dando vita ad esempio a un piano generale urbano del traffico”. “Palermo è così grande e così vuota – incalza Mangia – che ci sarebbero spazi per dar vita a una città della movida che potrebbe diventare vero motivo di attrazione”.
Anche Piero D’Astolfi, direttore del “Lord Green”, non ci sta. “Vediamo negativamente questa regolamentazione perché chi dovrà eliminare i gazebo si ritroverà a dover chiudere, costringendo centinaia di giovani a finire per strada. I gazebo sono tetti sotto i quali conversare e riunirsi, non ci vediamo niente di negativo”. “A Palermo ci sono tanti altri problemi – conclude – uno tra tutti quello della nettezza urbana. Paghiamo cifre esorbitanti per l’immondizia e poi ce la lasciano davanti ai locali per una settimana. Non è di certo una situazione positiva”.
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21 Settembre 2013, 18:04