12 Aprile 2013, 14:02
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VITERBO – Nei cittadini di Viterbo e 16 comuni del viterbese, interessati dall’emergenza arsenico nell’acqua, la concentrazione della sostanza nell’organismo è oltre il doppio rispetto a quella nella popolazione generale. Maggiori concentrazioni sono state rilevate anche nei bambini. Questi i dati dello studio dell’Iss sul rischio a Latina, Roma e Viterbo. I nuovi dati sono in via di pubblicazione su riviste scientifiche. Le analisi sono state condotte su campioni di unghie e urine di 269 soggetti sani (da 1 a 88 anni di eta’) residenti nelle aree a rischio. Nei viterbesi, la concentrazione della sostanza nelle unghie e’ risultata pari a 200 nanogrammi per grammo contro gli 82 nanogrammi di un gruppo di controllo nella popolazione generale. Per l’Oms l’arsenico e’ un elemento cancerogeno per il quale l’Ue ha disposto già dal 2001 precisi limiti.
Nei comuni del Lazio interessati dall’emergenza arsenico nell’acqua, a rischio e’ pure la catena alimentare. Concentrazioni di arsenico superiori ai livelli consentiti sono state infatti rilevate, ad esempio, nel pane prodotto nell’area del viterbese.
Lo dimostrano, secondo quanto si apprende, gli ultimi dati dello studio per valutare l’esposizione all’arsenico nelle aree a rischio condotto dall’Iss con la collaborazione dell’ Ordini dei medici.Analisi sono in corso su vari tipi di prodotti alimentari, ma dai dati preliminari emerge appunto un livello di arsenico nel pane superiore a quello di aree con livelli di fondo, mentre sono in corso le analisi di ortaggi coltivati in tali aree. La causa e’ da individuarsi nella maggiore presenza di arsenico nei terreni ma pure nell’uso di acqua erogata dalla rete idrica – e ‘fuori norma’ rispetto alla concentrazione di arsenico – utilizzata per irrigare. Ciò significa che la popolazione di queste aree e’ soggetta ad una maggiore esposizione all’arsenico non solo per l’utilizzo dell’acqua ma anche attraverso la catena alimentare.
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12 Aprile 2013, 14:02