04 Febbraio 2014, 07:21
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CATANIA – L’attesa è finita. Agata è di nuovo nelle mani dei suoi devoti. Il busto reliquiario è uscito stamani dalla suo cameretta, accolto da una distesa di fazzoletti bianchi e smartphone. Sono state tante le lacrime, e altrettante le grida, che hanno accompagnato la tradizionale “Messa dell’Aurora”. Stavolta, parte dei devoti ha potuto seguire l’uscita della santa patrona grazie al maxi schermo posto sull’altare, e messo a disposizione dall’amministrazione comunale. Nonostante le preoccupazioni della vigilia, date dai lavori in corso dentro la Basilica, tutto si è svolto nel pieno rispetto del luogo. Il clima è stato dunque sereno, ma allo stesso tempo carico di emozioni. “I tempi delle difficoltà sono ormai lontani – ha detto Barbaro Scionti, parroco della cattedrale. Il mio grazie va a tutti i devoti che si sono dimostrati davvero bravi”. Toccante l’omelia dell’Arcivescovo monsignor Salvatore Gristina che ha sottolineato lo “straordinario rapporto che ha legato Agata a Cristo”.
Esprime soddisfazione per lo svolgimento della prima mattinata agatina, Michele Sorbello, responsabile del servizio d’ordine della Cattedrale. Le sua squadra si nota nota per le cravatte blu e la spilla argentata sulla giacca scura che raffigura il busto reliquiario. Il loro però, ci tengono a precisarlo, è un servizio di puro volontariato. “Noi – chiarisce subito Sorbello – preferiamo chiamarlo servizio d’accoglienza. Nei fatti puntiamo ad aiutare i fedeli che partecipano alle celebrazioni liturgiche. A farne parte sono solo ed esclusivamente i ragazzi appartenenti all’associazione Sant’Agata in cattedrale. E siamo tutti devoti. Per noi è sicuramente un onore servire la santa anche con questo impegno. Noi ci mettiamo tutto l’entusiasmo e il vigore possibile, affinché tutto possa svolgersi nel modo migliore”.
Negli ultimi anni, la presenza di un servizio d’accoglienza, ha segnato una discontinuità: “Fino a cinque anni fa – racconta Sorbello – non esisteva infatti una messa dell’Aurora che si potesse dire davvero ordinata. Il Vescovo, di fatto, celebrava in mezzo alla folla dei devoti. Ora il registro è mutato. Le celebrazioni sono vissute nel massimo rispetto di questa basilica. La gente sta riscoprendo, pian piano, l’autorevolezza del luogo. Infondo, qui, c’è la cattedra del Vescovo. È naturale che ci sia una certo decoro. Guai il contrario”.
La grande attesa è ora per il rientro della santa di giorno sei mattina. L’augurio di tutti è che possa avvenire in linea con le operazioni di stamani: “Non c’è un servizio – spiega ancora Michele Sorbello – che si possa dire facile. Bisogna essere bravi a gestire tantissime situazioni, anche imprevedibili. Nulla dunque è scontato. Neanche nel bene. L’anno scorso, ad esempio, durante il rientro della santa, pensavamo che sarebbe successo di tutto. Invece, c’è stata grande preghiera. E non si è registrata alcuna difficoltà. Il vero miracolo – conclude – è stato che la gente sapeva benissimo cosa fare, senza bisogno del nostro intervento”.
Nell’avvio del giro esterno, per un problema tecnico, manca dalla processione la Candelora dei Macellai, che è rimasta ferma in Cattedrale dove si sta cercando di risolvere l’imprevisto. I responsabili sono già al lavoro. Il cereo raggiungerà il fercolo non appena sistemato. Negli anni è già capitato che altre candelore avessero problemi similari.
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04 Febbraio 2014, 07:21