23 Febbraio 2022, 13:19
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CATANIA – Da 60 a 300 euro per megawattora: è la crescita del prezzo dell’energia elettrica calcolato dal centro studi di Confindustria Catania, secondo cui le perdite che le aziende del sistema produttivo catanese prevedono nel 2022 a causa del rincaro energetico si aggirano in media intorno al 5 per cento del fatturato, nell’ambito di una forbice che va dall’1 al 9 per cento. Mentre quelle causate dal caro-materie prime toccheranno circa il 10 per cento.
“Siamo al centro di una tempesta perfetta – dice il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco – che sta mettendo in grave difficoltà intere filiere produttive. Le stesse che erano uscite quasi indenni dalla crisi indotta dal Covid, ma che ora si trovano ad affrontare una nuova pandemia economica determinata dai continui rincari”.
Secondo le stime del Centro studi, nella provincia etnea, tra caro-bollette (più di 200 milioni di euro) e rincari delle materie prime (circa 400 milioni di euro), nel 2022, in assenza di ulteriori misure volte a calmierare i prezzi, si potrebbe determinare una perdita pari al 15 per cento del valore aggiunto prodotto nel territorio.
“Di fronte alla gravità di questa situazione – prosegue Biriaco – che impatta sulla stabilità del nostro sistema produttivo, occorre intervenire su più fronti con misure che diano ossigeno immediato alle imprese. Per questo abbiamo richiesto anche l’intervento della Regione siciliana sollecitando l’apertura di una linea di credito agevolato da destinare alle aziende sul modello di altre iniziative portate avanti per contrastare i danni derivanti dalla pandemia. Mai come in questo momento occorre agire con efficacia e immediatezza per non depotenziare l’occasione offerta dal Piano di ripresa e resilienza e dalle stesse misure messe in campo per il Sud”.
L’analisi del Centro studi sottolinea come i soli rincari energetici equivalgano alla prima tranche di risorse destinate a Catania dal Pnrr, circa 185 milioni di euro. Inoltre, l’escalation dei prezzi potrebbe ridimensionare i benefici di provvedimenti importanti come la “Decontribuzione Sud”, che da sola vale nella provincia etnea un risparmio contributivo di almeno 255 milioni di euro l’anno.
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23 Febbraio 2022, 13:19