Energia, trasporti e turismo | Ecco le priorità di Confindustria

di

19 Ottobre 2012, 19:11

2 min di lettura

PALERMO – La Sicilia ha 5 milioni di abitanti. Ma le imprese attive sono appena 380.715. E l’80% di queste ha meno di 10 dipendenti. Il resto della popolazione si divide tra ragazzi in età scolare (circa un milione); universitari (185 mila); dipendenti pubblici (352 mila); stagionali (29 mila); precati degli enti locali (22.500); dipendenti della partecipate regionali (6.750). E ancora, 11 mila dipendenti degli Ato rifiuti; altrettanti delle società comunali dei nove capoluoghi di provincia; 8 mila dipendenti del settore Formazione e un enorme numero di pensionati (un milione e duecento mila persone quelli Inps, ai quali aggiungere 15.592 Inpdap e altri 15 mila della Regione). Soddisfatti? Non ancora. Perché ai 5 milioni di partenza vanno ancora detratti i 780.704 disoccupati-inoccupati e i 145 mila cassa integrati.

“Il risultato è che le imprese attive, da sole, non riescono a reggere il peso della popolazione attiva. Soprattutto se la politica, come finora ha fatto, non mette in campo riforme strutturali”. A parlare è Alessandro Albanese (nella foto), presidente di Confindustria Palermo che, oggi, a sette giorni dalle elezioni che daranno un nuovo presidente alla Sicilia, ha incontrato la stampa per lanciare tre proposte operative al futuro governo: “Non abbiamo invitato la politica – ha spiegato – perché non volevamo passerelle. Piuttosto ci interessa che il prossimo governo porti avanti alcune cose che riteniamo prioritarie”.

E così, nella sede rimessa a nuovo di via XX Settembre, circondato da una decina di associati tra cui Giuseppe Todaro, Paolo Angius, Antonino Bertolino, Barbara Cittadini, Giosafat Di Trapani e Ettore Satariano, Albanese ha puntato il dito sulla tendenza dei vari governi a disperdere i fondi europei in mille rivoli che “non portano ad una crescita reale della regione”.

Articoli Correlati

Quindi, le proposte.“La Sicilia ha ancora 3 miliardi e mezzo di euro della programmazione europea ancora da rimodulare e ha tempo fino al 2018 per farlo. A nostro parere – ha detto Albanese – le priorità sono tre: un miliardo dovrebbe servire al completamento delle reti energetiche e di metanizzazione; un miliardo e mezzo alle infrastrutture (mobilità e logistica) e un altro miliardo al turismo. Si tratta di settori che porterebbero vantaggi immediati non solo alle aziende, ma all’intera popolazione. Basti pensare, solo per fare un esempio, ai nostri attuali costi energetici, superiori del 60 per cento al resto d’Europa e del 30 per cento all’Italia”. Eppure la regione è produttrice di elettricità, “ma sconta reti obsolete ed è servita al proprio interno da un ‘anello di trasporto’ ormai inadeguato”, ha sottolineato Albanese.

Il presidente degli industriali si è anche espresso sui vincoli imposti dal patto di stabilità: “Sicuramente impone vincoli troppo restrittivi e andando avanti così la Sicilia andrà in default entro il 2014, ma per poter negoziare a Roma una revisione dei limiti imposti è necessario tornare ad essere credibili”. Viceversa, il destino dell’Isola pare segnato.

Pubblicato il

19 Ottobre 2012, 19:11

Condividi sui social