10 Maggio 2018, 18:46
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PALERMO – Finanziaria, sanità, maggioranza, economia della Sicilia. Il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, ospite di “Casa Minutella” a Trm, affronta tutti questi temi e per ognuno scende nei dettagli e non lesina critiche neanche all’operato della sua coalizione e del governo regionale. “Perché non abbiamo maggioranza”, spiega. Man mano che il dibattito procede, i toni si alzano. Fino allo scoppio. Su cosa? Il taglio agli stipendi e i vitalizi. “Io vitalizio non ne ho, perché sia chiaro a tutti”, esclama. E per spiegare che il taglio agli stipendi “ha distrutto questa regione” racconta un retroscena che riguarda la sanità: “Dobbiamo nominare il manager della Asp 6 di Palermo. Serve qualcuno che gestisca un fatturato di un miliardo e 700 mila euro. Ho chiesto consiglio ai miei amici di Milano e Roma per capire chi poteva essere adeguato tra i nomi dell’albo nazionale. Mi hanno dato tre nomi. Il primo ha rifiutato subito quando ha saputo quanto avrebbe guadagnato”. “La sanità di questa regione è nella m**** – attacca Miccichè – grazie al fatto che questa gente non viene pagata per colpa della demagogia che fanno sui giornali”.
Micciché racconta altri aneddoti di quella politica “che faceva campare”: “Non c’è un siciliano che non abbia un amico politico e tutti i politici hanno garantito un posto di lavoro a qualcuno. Mentre al Nord si salvavano non pagando le tasse, i siciliani si sono salvati con gli ammortizzatori sociali. Anche fingersi invalido era “un modo per campare. Non voglio dire che fosse giusto o utile, ma era così, perché non c’era lavoro. Questa è storia”. “Adesso è tempo di cambiare regime – spiega – e come? Fiat, Eni and company tutti a casa. Velocemente. Quella fu una scelta sbagliata, andava fatta un’altra scelta per la Sicilia”. Poi lancia la sua proposta: “O l’Eni e gli altri proprietari delle raffinerie fanno le bonifiche, oppure danno la benzina gratis ai siciliani che subiscono da decenni il loro inquinamento. In caso contrario, fuori dalle palle. Via dalla Sicilia così riqualificheremo quelle aree di costa”. “Lo dico chiaramente – prosegue – è ora di dire basta: per me se ne devono andare, via, via dalla Sicilia. Ormai non danno nemmeno più lavoro ai siciliani”.
Micciché parla di cambio di regime. Ma come si cambia regime? “Con la politica, col pugno duro. Ma non abbiamo la maggioranza”, ammette. “C’è questa legge elettorale folle che ti permette di vincere senza poter governare. Perché se la maggioranza è di 36 deputati e tu ne hai 36 esatti è come dire che non hai la maggioranza. Perché succede sempre che ci sia qualcuno che passa da un lato all’altro”.
Il tentativo di trovare i numeri in Aula è la ragione per cui Micciché è soddisfatto ma non troppo della legge di Stabilità appena approvata dall’Ars: “I siciliani non godranno di nulla da questa Finanziaria. Con la norma sul bollo auto avrebbero potuto avere dei piccoli benefici. Ma oggi stiamo cominciando e nonostante le mie iniziali perplessità su Musumeci devo dire che adesso ho molta fiducia nel presidente della Regione. La Finanziaria che è uscita fuori dall’Aula non garantisce uno sviluppo immediato ma permette di non continuare a impoverirci”. “Eravamo alla prima esperienza in questa legislatura – prosegue – tanti errori che sono stati fatti non saranno ripetuti”, dice, riferendosi per esempio al fatto di finanziare singoli eventi, come il Rally di Caltanissetta. “Dopo la Finanziaria, io e Musumeci ci siamo incontrati e siamo d’accordo che queste cose non devono più esistere: i soldi si danno all’assessorato al Turismo che poi si accorda con il Comune”.
Poi il presidente dell’Ars si scaglia contro Alessandro Baccei, ex assessore all’Economia della giunta Crocetta: “Adesso abbiamo a che fare con un governo serio, soprattutto dopo gli ultimi cinque anni. E forse anche rispetto a prima. Con Crocetta si è paralizzato tutto, in maniera quasi scientifica. Abbiamo avuto un distruttore che si chiamava Baccei mandato da Renzi a recuperare soldi nostri per saldare il debito pubblico. È venuto qui a distruggerci, a prendere pezzo per pezzo tutto quello che avevamo per portarlo a saldo del debito pubblico. Abbiamo dato 300 milioni di fondi europei tutti al Formez, mentre noi li stavamo gestendo bene, con la fondazione Whitaker, con il Cerisdi. Queste cose non succederanno più, regali al governo nazionale a scapito della Sicilia non ce ne saranno più”.
D’altronde a Miccichè il governo nazionale che sta nascendo non piace affatto: “Penso del governo Lega-M5s il peggio che si possa pensare. Berlusconi ha fatto bene, come sempre è stato l’unico responsabile in Italia e ha consentito di fare il governo. Per quanto mi riguarda, nella nostra chat gli avevo sconsigliato di farsi da parte. Per me l’unica cosa da fare era tornare a votare. Ma abbiamo dato il via libera perché il Paese avesse un governo. E lo faranno i due partiti che hanno vinto le elezioni. Ma la nostra astensione sarebbe un grave errore, i nostri elettori non capirebbero. Sono convinto comunque che a livello regionale non ci saranno conseguenze”.
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10 Maggio 2018, 18:46