Trantino: “Catania, le priorità e il sogno di un patto civico” - Live Sicilia

Trantino: “Catania, le priorità e il sogno di un patto civico”

Nostra intervista al primo cittadino della città dell'Elefante. Ecco il cronoprogramma e la strategia politica per il governo cittadino
AMMINISTRATIVE 2023
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CATANIA – Ha iniziato il giorno più lungo, quello dello spoglio, con un fiore sulla tomba della madre. Poi l’abbraccio intenso con i figli e la moglie, qualche lacrima e gli applausi dei fedelissimi. Enrico Trantino è il nuovo sindaco di Catania, con una coalizione che ha praticamente doppiato i voti del centrosinistra. Ma la sua elezione arriva in un momento di emergenza per la città. Ecco il cronoprogramma, le regole per formare la giunta e le priorità.

Cosa le resta di questa campagna elettorale?

“L’affetto oltre misura della gente, ho incontrato tantissime persone che mi hanno detto di credere in me. Io a questo punto ho solo il desiderio di non deludere nessuno. Di dimostrare che quel che sono stato finora, lo sarò sempre”.

Il tema della continuità o discontinuità rispetto a Salvo Pogliese è stato centrale

Dal punto di vista programmatico sicuramente c’è continuità, perché non c’è nessuno che ha mai avuto nulla da ridire sul programma dell’amministrazione Pogliese. Sul modo di condurre l’azione governativa sicuramente ci sarà discontinuità, perché ci sarà un sindaco presente. La precedente amministrazione ha pagato, a causa della sospensione, l’assenza del sindaco, però tengo a precisare che Salvo Pogliese, dopo la sospensione, voleva dimettersi subito. Ma siamo stati noi della giunta a pregarlo di restare, perché avremmo perso moltissimi soldi del Pnrr. Si trattava, infatti, di risorse che dovevamo incamerare e senza amministrazione in vita non sarebbe stato possibile”.

Andiamo alla giunta: quali saranno le regole?

“Le regole saranno quelle della democrazia, si vedranno i numeri e si stabiliranno i rapporti di forza. Per quanto riguarda l’individuazione dei soggetti, i partiti sono d’accordo con me che mi forniranno i nomi a me graditi. E sanno che potrò esercitare il veto, se non dovessi ritenere qualcuno in sintonia col mio carattere e il mio modo d’essere”.

Dal punto di vista pratico, è orientato verso assessori politici, oppure, in alcuni settori, ci sarebbe bisogno di esperti?

“In alcuni settori a me farebbe piacere che ci fossero degli esperti, faccio un esempio: bilancio e urbanistica. Io ho fatto l’assessore all’Urbanistica, abbiamo portato in Consiglio lo studio di dettaglio del centro storico, abbiamo incamerato tantissime risorse, finalizzato il bando per il parcheggio di Piazza della Repubblica. Ci vuole qualcuno che abbia sensibilità culturale e valuteremo i vari profili”.

L’altro settore delicato, diceva, è il Bilancio…

“Ci vogliono delle competenze specifiche, perché siamo a rischio default purtroppo. Il mancato incameramento di tantissime risorse, la tari, gli oneri di urbanizzazione, a causa dei pochissimi tecnici che abbiamo, ci mette sempre a rischio dissesto, ma sono certo che lo contrasteremo”.

Potrebbe essere Maurizio Caserta l’assessore al Bilancio?

“La politica non deve creare disorientamento. Io mi auguro che Maurizio Caserta sia disponibile a collaborare, ma certamente non potrebbe fare mai l’assessore, perché la gente non capirebbe e penso che lui non si presterebbe”.

Quali sono le priorità?

“Innanzitutto verificare lo stato dell’arte in materia di risorse Pnrr, la lancetta fa tic tac in modo vorticoso. Non escluso che già domani, anche se non insediato, potrei sentire i tecnici di riferimento per capire a che punto siamo. Seconda priorità, giovedì sarò a Roma e incontrerò il ministro della Difesa, al quale chiederò di inviarci alcuni militari, perché diano la presenza fisica dello Stato nei posti a maggior densità teppistica, cercando di ridimensionare il problema della criminalità”.

Cos’altro c’è nel suo cronoprogramma?

“Ascoltare le ditte che si occupano di rifiuti per capire cosa c’è che non funziona, perché se vogliamo che i cittadini adottino prassi più virtuose, come amministrazione dobbiamo fare la nostra parte”.

Cosa confermano, i risultati di Catania, per il centrodestra?

“Vuol dire che il centrodestra è in uno stato di salute straordinario. Solitamente, dopo i primi mesi, chi governa inizia a pagare l’onda lunga della disaffezione, questo non sta succedendo. Noi abbiamo governo nazionale, regionale e catanese, tutti in mano al centrodestra. La presenza di Giorgia Meloni a Catania per la chiusura, è un segno tangibile di quanto lei e gli altri leader della coalizione amino questa città”.

Infrastrutture e burocrazia, anche la Regione ha un ruolo importante per Catania

“La Regione diventa sponda necessaria per due argomenti, la zona industriale, che deve diventare il nostro fiore all’occhiello, dati gli interessi imprenditoriali di tantissime aziende e società del Nord Italia, che vogliono venire a investire a Catania, approfittando delle opportunità concesse dalla Zes e poi c’è la necessità di fare un termovalorizzatore, perché noi saremo sempre sotto questa scure delle discariche, che possono chiudere da un momento all’altro, creando le condizioni di emergenza che tutti conoscono”.

Quindi sì al termovalorizzatore?

“Assolutamente sì. Quella contro il termovalorizzatore è una critica strumentale. Il termovalorizzatore è all’insegna della sostenibilità ed è l’unica soluzione per evitare di spendere 300 euro a tonnellata”.

Il suo messaggio ai catanesi qual è?

“Ci guardino, ci mettano alla prova, ma nello stesso tempo si appassionino della loro città. Catania è una città straordinaria, vuole solamente essere amata e non ricordata solo il 5 febbraio o quando il Catania Calcio vince. Dipende solamente da noi, se riusciamo a capire che siamo tutti un’unica forza e che un nuovo patto civico, con il rispetto delle regole e l’adempimento dei doveri, può trasformare la nostra città in un punto di forza. Il sindaco non potrà mai risolvere nulla da solo. Il sindaco deve essere il legale rappresentante della città, di una squadra in cui tutti i cittadini fanno la loro parte”.


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