24 Gennaio 2013, 17:15
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PALERMO – Si potrebbe votare in due momenti diversi per il rinnovo delle province e per quello dei comuni siciliani che vanno a scadenza di mandato in primavera. In virtù dell’autonomia della Regione Sicilia infatti le date stabilite dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri non sono automaticamente valide anche per comuni e province siciliane. La titolare del Viminale ha comunicato le date del 26 e 27 maggio per lo svolgimento delle consultazioni amministrative, ma ad esprimersi in merito al calendario elettorale in Sicilia sarà la giunta presieduta da Rosario Crocetta.
Già nella giunta odierna il tema è all’ordine del giorno, ma la decisione difficilmente arriverà prima della prossima settimana. “Le date potrebbero anche coincidere con quelle comunicate dal ministero – afferma l’assessore agli Enti locali Patrizia Valenti –, perché l’arco temporale comunque è quello, soprattutto per i comuni”. Per le province invece la situazione è differente. All’ordine del giorno non c’è solo il rinnovo degli organismi elettorali, ma la riforma della struttura istituzionale delle stesse. “Esiste la questione delle aree metropolitane – prosegue la Valenti –, che non possono coincidere in modo speculare alle attuali province. Va fatta una riflessione in merito perché c’è parecchio fermento, che riguarda pure la riduzione del numero e delle indennità di assessori e consiglieri”.
Negli ultimi giorni sono giunte in commissione Affari istituzionali ben quattro proposte sul riordino delle province. L’ultima è quella presentata da Gino Ioppolo della lista Musumeci, volta ad un potenziamento delle competenze di quest’organo intermedio, oltre che alla contestuale riduzione dei costi. Nessuna proposta di riordino è invece giunta dal governo al momento. “Stiamo dibattendo molto con gli organismi di riferimento, – dice l’assessore Valenti – come l’Unione regionale delle province siciliane e la stessa commissione Affari istituzionali dell’Ars”.
Delle nove province siciliane ben quattro sono commissariate. Caltanissetta e Ragusa da quasi un anno, dopo il provvedimento dell’Assemblea regionale siciliana datato febbraio 2012. Il commissariamento di Trapani è giunto in seguito alla candidatura di Girolamo Turano alle elezioni regionali, mentre quello di Catania è stato disposto dopo la dimissioni di Giuseppe Castiglione che sarà in lista alle elezioni politiche. Le province che vanno a scadenza dopo il regolare mandato sono Palermo, Agrigento, Enna, Messina e Siracusa, tutte rette da giunte di centrodestra.
Se le elezioni per il rinnovo delle province sono legate al disegno di legge che l’Assemblea regionale siciliana dovrà approvare, quelle per il rinnovo dei comuni non richiedono incombenze simili. “Per la data in cui si terranno le elezioni dei comuni siciliani decideremo in tempi più brevi”, assicura la Valenti. Sembra improbabile per il momento l’ipotesi di un rinvio a ottobre quindi per gli oltre 130 comuni che vedranno il rinnovo dei consigli e della giunta, fra questi Catania, Messina, Ragusa e Siracusa. “La data più plausibile è quella indicata dal ministero, ma in questo momento non possiamo escludere nulla”, conclude l’assessore.
Tornando alle province gli scenari delle tempistiche elettorali. La prima è quella della proroga dei mandati delle attuali amministrazioni fino all’autunno, nelle more dell’approvazione di un disegno di legge apposito. La seconda invece consiste nella nomina dei commissari da parte della Regione per quelle province il cui mandato scade a maggio. In realtà esiste anche una terza ipotesi, che pure sembra più complessa, ovvero la possibilità di un’accelerazione del ddl sul riordino che possa consentire di votare regolarmente a maggio con un nuovo quadro normativo già vigente.
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24 Gennaio 2013, 17:15