01 Marzo 2010, 18:34
1 min di lettura
Bè, poi nemici, sul serio, non lo sono mai stati. Avversari da lontano e in tempi lontani, questo sì, sui sacchetti di sabbia di trincee ideologiche contrapposte. L’avvocato Enzo Fragalà l’aveva pure detto in una intervista al “Giornale”: “Mai stato picchiatore. Piuttosto picchiato dagli avversari di sinistra che anche allora usavano la violenza”. Domanda: “Alcuni di allora li ha rincontrati dopo?”. Risposta: “Più volte il mio antagonista di gioventù, Vincenzo Gallo, in arte Vincino. Capeggiava il Movimento studentesco”.
Vincino, scusi, come la mettiamo: satirico, artista, uomo riconosciuto universalmente come sensibile e in gioventù picchiatore?
“Ma nooooo…”.
Come no? Carta canta.
“Mai picchiato nessuno. Sono stato picchiato e spesso sono scappato per evitare guai. Dopo quella intervista, telefonai al caro Enzo e lui mi disse: ha capito male il cronista”.
Il caro Enzo, purtroppo, non c’è più.
“Mi mancherà”.
Vi incontravate spesso?
“Ci vedevamo a Mondello dallo stesso giornalaio. Una corsa, una gara per accaparrarsi l’ultima copia del ‘Foglio'”.
Un bel rapporto, insomma.
“Sì, ci siamo sfiorati più volte con reciproca stima e amicizia. Avevamo amici comuni”.
Per esempio?
“Il giornalista Lino Jannuzzi”.
Chi era Enzo Fragalà?
“Un uomo onesto, un uomo di verità. Per questo, credo, in politica ha fatto meno strada del dovuto. Uno come lui…”.
Uno come lui?
“L’avrei visto volentieri sindaco di Palermo. Sono disperato per la mia Palermo”.
Non è il solo. In effetti, sindaco…
“Non sarebbe stata una cattiva idea. Enzo Fragalà era un uomo rigoroso, equlibrato e serio. Uno che sapeva volare sopra le parti”.
Una grave perdita.
“Ho disegnato una vignetta: Enzo non lasciarmi solo a Mondello…”.
Più che una vignetta, una preghiera.
“Ma non è stata esaudita”.
R.P.
Pubblicato il
01 Marzo 2010, 18:34