15 Febbraio 2013, 07:35
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MESSINA- Un “boccone appetitoso”, quel settore in sviluppo che è l’eolico. Troppo, perchè la mafia non ci mettese sopra le mani. Con l’operazione Zefiro, I carabinieri delle compagnie di Barcellona e Patti, coordinati dalla Dda di Messina, sostituti procuratori Fabio D’Anna e Giuseppe Verzera, hanno stroncato il malaffare che ruotava attorno ad un appalto da 120 milioni di euro: quello del parco eolico Alcantara. Un appalto che si era aggiudicato una ditta romana, la GES Global Energy Sistem Spa, una esperta nel settore, che a sua volta, nel 2009, aveva dato i lavori in subappalto a due imprese: la Ati Nebrodi e la Cobifur. Nulla di strano, apparentemente, ma è qui che la Dda di Messina dispone l’avvio di indagini ai carabinieri.
Già, perchè insospettisce la scelta di affidare i lavori in subappalto delle due sottostazioni, Alcantara sud e Alcantara Nord, a due imprenditori già finiti nel calderone di una operazione antimafia, la “Vivaio” del 2008. L’attività investigativa, intercettazioni, la testimonianza di un ingegnere della Ges Spa, le dichiarzioni del “nuovo” pentito della mafia barcellonese, Carmelo Bisognano, ed il riscontro che ne segue, confermano i sospetti della magistratura: c’è la mafia dietro quell’appalto milionario; c’è un sistema illecito di affidamento degli appalti e dei lavori per la realizzazione dei Parchi eolici “ALCANTARA-PELORITANI”, relativi ai territori dei Comuni di Fondachelli Fantina, Novara di Sicilia, Francavilla di Sicilia e Antillo. C’è un sindaco, poi, quello di Fondachelli Fantina, Francesco Pettinato che – a detta degli inquirenti – blocca e sblocca i lavori a seconda dell’affidatario degli stessi,. In pratica, come spiega il sostituto procuratore Fabio D’Anna: “Pettinato, con un’ordinanza blocca i lavori della sottostazione di Fondachelli. E lo fa motivando la decisione. Poi, ottenuto l’affidamento dei lavori per il cugino, l’imprenditore Giuseppe Pettinato, dispone il riavvio dei lavori. Senza però che siano venute meno le circostanze che ne avevano determinato il fermo”. Di pìù, secondo l’accusa, il sindaco Pettinato, avrebbe anche preteso l’assunzione di persone da lui segnalate. Avrebbe agito con la complicità di un funzionario dello stesso Comune. L’affare Alcanatara-peloritani- non avesse avuto lo stop della operazione Zefiro – avrebbe fruttato alla consorteria, a breve termine, un finanziamento regionale di 80 milioni di euro.
Il gruppo non minacciava la Ges Spa, per farsi “largo” nei subappalti. No, perchè- secondo dichiarazione del pentito Bisognano” chi arriva in “zona rossa” sa già che è terra di mafia e deve piegarsi alle regole. Sono 5 le persone arrestate, a vario titolo accusate di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, truffa, estorsione aggravata dal metodo mafioso e concussione. Si tratta di: Michele Rotella,detto il “Barone”, di Barcellona, 72 anni, imprenditore nel settore delle costruzioni e del movimento terra; Santi Bonanno,. detto “Santino”, di Furnari (ME), 46 anni, imprenditore nel settore movimento terra; Giuseppe Pettinato, di Fondachelli Fantina, 55 anni, imprenditore nel settore delle costruzioni; Francesco Pettinato, di Fondachelli Fantina, 56anni, medico, sindaco di Fondachelli Fantina; Giuseppe Catalano, di Fondachelli Fantina, 58 anni, funzionario responsabile del Comune di Fondachelli Fantina. Altre 11 persone sono indagate. Tra queste due ingegneri della Ges Spa e l’amministratore della stessa società.I primi due, come tecnici della società appaltatrice preposti al controllo, avrebbero omesso di rilevare – a detta dell’accusa – “gravissime anomalie, consistite nella non regolare esecuzione delle opere e nell’impiego di materiali diversi da quelli previsti ed assai più scadenti, senza mai adottare i consequenziali provvedimenti”.
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15 Febbraio 2013, 07:35