Equilibrio, umiltà e unità d'intenti | Tutti i segreti del miracolo Trapani - Live Sicilia

Equilibrio, umiltà e unità d’intenti | Tutti i segreti del miracolo Trapani

I granata continuano a sognare pur tenendo i piedi per terra. Sabato big match col Cesena.

calcio - serie b
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TRAPANI – Nel day after il retrogusto della settima vittoria consecutiva è ancora più dolce, ma neanche a mente fredda l’impresa sul campo dell’Avellino muta di una virgola l’atteggiamento sin qui mantenuto. In casa granata la parola d’ordine rimane equilibrio. Vietato dare nulla per scontato, il sogno va coltivato con idee precise e lavoro certosino: fra tre giorni si torna in campo, in programma c’è il big match interno col Cesena. Meglio non disperdere energie, a dispetto dei risultati conseguiti in campo il Trapani mantiene una perfetta aplomb, evitando voli pindarici difficilmente funzionali al completamento di quella che all’inizio appariva come una scommessa ai limiti dell’assurdo e adesso potrebbe tramutarsi in una missione possibile. Anche questi sono segnali che testimoniano la maturità raggiunta da un gruppo capace di andare ben al di là dei propri limiti. Arricchito a gennaio dall’arrivo, tra gli altri, di Bruno Petkovic, il cui impatto si è rivelato devastante. Classe, intelligenza tattica e sacrificio a disposizione della squadra.

Si spiega anche così il miracolo Trapani. Un girone di ritorno da protagonista indiscusso del torneo cadetto. Ben 33 punti in 16 gare, con un media di 2,06 a partita. Come la squadra di Cosmi nessuno, dopo il giro di boa. Niente vertigini, neanche l’ombra di dazi da pagare all’ansia da prestazione che in questi casi potrebbe subentrare. Serenità, voglia di fare, entusiasmo. Sino a quando si scende in campo con l’intento di divertirsi provando ad allontanare le proprie colonne d’Ercole, difficilmente si correrà il rischio di cadere in trappole emotive. Un solo concetto da seguire: guardare in alto mantenendo i piedi ben piantati per terra. E un’unità di intenti che tramuta il gruppo in una famiglia, i cui componenti hanno tutti la medesima importanza. Tutt’altro che casuale, in tal senso, l’apporto garantito dalla panchina: Citro entra e segna col Brescia, Barillà fa altrettanto a Modena, Montalto va subito in gol contro l’Ascoli, ad Avellino Torregrossa si procura un rigore che costringe gli avversari a chiudere la gara in dieci.

Eppure, spaccando il capello in quattro, Cosmi e i suoi ragazzi hanno individuato negli ultimi dieci minuti del match vinto in Irpinia il dettaglio da andare a curare in vista dei prossimi impegni. Mai abbassare la guardia. Un peccato veniale riconosciuto anche da Mirko Eramo, autore del gol che ha sbloccato l’incontro: “Abbiamo un po’ staccato la spina. Venivamo da una partita dura e difficile con l’Ascoli, nel corso della quale abbiamo speso tanto. Ci stava rifiatare ma non così. È l’unica nota stonata di una serata positiva”. Un peccato figlio della stanchezza per un Trapani peraltro privo di pedine importanti. Ma il valore dei singoli conta sino a un certo punto: “Una squadra non inanella questo filotto di risultati con soli undici giocatori – afferma Eramo -. Nessuno è titolare, il mister mischia sempre le carte e ci tiene sulla corda. Questa è la vera grande risorsa del Trapani”. E adesso testa alla sfida col Cesena. A chi la considera una finale, risponde così il difensore goleador Gennaro Scognamiglio: “Coi romagnoli sarà una gara come tutte le altre, dobbiamo pensare a un impegno per volta”. I miracoli, d’altronde, si costruiscono passo dopo passo.


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