24 Ottobre 2014, 17:17
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CATANIA – “Addolora leggere articoli come questo, che possono però essere utili a una riflessione sul ruolo e la funzione, e le distorsioni, della stampa nell’era dell’informazione digitale e dei social media. L’accusa che ci saremmo trincerati “dietro i comunicati stampa” è ingenerosa e finisce con lo stravolgere la realtà sostanziale dei fatti, anche perché sono stato chiamato per telefono dalla giornalista in un momento di grande tensione: si trattava di decidere il destino delle palme di piazza Cutelli.
Ero in costante contatto telefonico con gli esperti, per cercare di capire quali fossero le loro indicazioni, con gli operai sul posto, tra l’altro sottoposti a pressione da alcuni scalmanati. E nel frattempo ricevevo decine di telefonate dai giornalisti, i quali, forse nell’ansia di superarsi a vicenda, ponevano ogni genere di domanda. Spesso richieste alle quali non si poteva dare una risposta immediata e adeguata, proprio come quella di sapere “Quali controlli sono stati fatti sul punteruolo rosso”.
È evidente che, per rispondere a una domanda del genere, occorre o possedere la mente sgombra e una memoria di ferro, o rimandare tutto a una consultazione con i dirigenti attraverso la lettura degli atti. Ma questo il “giornalista d’assalto” non lo capisce. O meglio, non gli interessa. Vuole una risposta subito, qualunque essa sia. E se spieghi cortesemente, nonostante l’ansia del momento, che non puoi dare una risposta sensata, finisci con l’essere bollato come colui il quale si trincera dietro i “no comment”.
Io sono rimasto molto scosso da quanto accaduto ieri. Ma soprattutto da come questa vicenda è stata narrata da alcune testate, anche considerando quelle che hanno fatto dello sciacallaggio la loro missione. Non è il caso, ovviamente, di Live Sicilia, che trattato la vicenda con equilibrio, a eccezione dell’articolo di Melania Tanteri. Alla quale, stimandola, vorrei spiegare che “i dubbi dei Catanesi” possono attendere qualche ora per una risposta seria. Non si “rassicura” la popolazione con una domanda buttata lì per l’ansia di “andare oltre” la notizia”.
LA PRECISAZIONE – Fare domande, dopo una tragedia di questa portata, però, a nostro avviso non significa fare “giornalismo d’assalto” ma semplicemente fare giornalismo. Domandare, in certi casi, è doveroso. Andare oltre, anche. L’assessore avrebbe potuto rispondere come ha fatto nella nota di replica, ieri stesso, spiegando il momento concitato e chiedendo alla giornalista di richiamare più avanti.
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24 Ottobre 2014, 17:17