Esce di casa per recarsi in chiesa e viene scippata: fermate due persone

Esce di casa per recarsi in chiesa e viene scippata: fermate due persone

I militari hanno analizzato le immagini registrate dai sistemi di video sorveglianza installati nei pressi dell'accaduto.
CALTAGIRONE
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CALTAGIRONE. Arrestati dai carabinieri un 21enne ed un 17enne, entrambi del posto, in esecuzione di due provvedimenti restrittivi emessi dai Gip del Tribunale di Caltagirone e del Tribunale per i Minorenni di Catania, in ordine al reato di furto con strappo in concorso e aggravato.
Le indagini, svolte in collaborazione con il personale della locale Polizia di Stato e sotto il coordinamento delle rispettive Procure della Repubblica, hanno fatto piena luce sul furto con strappo avvenuto lo scorso 8 maggio ai danni di una donna 75enne di Caltagirone.

Lo scippo

La pensionata, uscita di casa nel tardo pomeriggio per recarsi in chiesa, all’altezza del civico 139 di viale Principe Umberto, era stata raggiunta alle spalle da un giovane che con estrema violenza le scippava letteralmente la borsa, contenente 40 euro, il cellulare, documenti  ed altri effetti personali, per poi fuggire a bordo di un’utilitaria guidata da un complice. 

La denuncia e le indagini

Gli investigatori acquisita la denuncia presentata dalla vittima, che in evidente stato di turbamento non riusciva a fornire elementi utili alla identificazione degli autori del reato, tranne la via di fuga dello scippatore –  via Gaetano Crescimanno – hanno immediatamente analizzato le immagini registrate dai sistemi di video sorveglianza installati nei pressi dell’accaduto. Coprendo con le immagini tutte le possibili via di fuga, i militari sono riusciti ad individuare l’autovettura utilizzata dai correi ed attraverso la targa, intestata alla madre della compagna del 21enne, hanno fissato i movimenti della macchina prima e dopo il reato convergenti tutti nella zona di interesse investigativo. L’acquisizione di ulteriori testimonianze rese da persone che avevano assistito al fatto reato non ha lasciato alcun dubbio ai carabinieri che, di concerto con i magistrati titolari delle indagini, hanno raffigurato un quadro probatorio  che, recepito in toto dai giudici, ha consentito l’arresto dei malviventi e la loro sottoposizione agli arresti domiciliari.


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