Il racconto: “Ho sentito due colpi” | Laura resta in prognosi riservata

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02 Luglio 2010, 09:34

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“La dinamica e la ricostruzione fatta dalla polizia e dallo stesso indagato portano a escludere il movente di mafia nella sparatoria di ieri a piazza Dante”. Lo ha affermato il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catania, Pasquale Pacifico, titolare dell’inchiesta sulla sparatoria davanti l’ex monastero dei benedettini del capoluogo etneo in cui sono sono stati feriti la studentessa Laura Salafia e Maurizio Gravino. “Tutto lascia fare pensare – spiega il pm Pacifico – che dietro alla sparatoria ci siano forti rancori e contrasti personali durati nel tempo”. Non hanno dubbi neppure alla squadra mobile della Questura da dove si conferma “l’estraneità della mafia nella tragica vicenda”. L’ipotesi dell’agguato era stata fatta da magistrati per la personalità di Maurizio Gravino, ritenuto elemento vicino al clan Zuccaro, una delle ‘frange’ maggiormente attive della cosca Santapaola. Un figlio di Andrea Rizzotti, l’uomo arrestato e reo confesso della sparatoria, Francesco, è stato arrestato in passato nell’ambito dell’operazione antimafia Revenge. Ma il padre, secondo gli investigatori, è un “incensurato estraneo a ambienti criminali”.

Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha telefonato al Procuratore capo di Catania per esprimere “compiacimento e congratularsi” con i magistrati che hanno coordinato le indagini della polizia che hanno portato all’arresto dell’autore della sparatoria di ieri davanti all’ex monastero dei Benedettini sede di due facoltà universitaria. Lo ha detto il Procuratore capo, Vincenzo D’Agata, durante la conferenza stampa nella questura di Catania sulle indagini che hanno portato alla cattura di Andrea Rizzotti. “Il ministro Maroni – ha detto il procuratore D’Agata – mi ha telefonato questa mattina esprimendo compiacimento per l’operazione e l’attività dei magistrati di Catania. Ho detto che il risultato è il frutto del lavoro della questura di Catania che ha ben operato”. Il procuratore D’Agata ha riferito anche che “probabilmente il ministro Maroni non verrà mercoledì prossimo a Catania per presiedere un comitato provinciale per la sicurezza pubblica e l’ordine perché non ci sono più i caratteri d’urgenza”. “Ho detto al ministro – ha concluso il magistrato – di essere d’accordo con lui sul rinvio”.

 “Non c’é alcuna attinenza con la mafia né a guerre di criminalità organizzata, ma la tragedia ha soltanto caratteri privati”. Lo ha affermato il questore di Catania, Domenico Pinzello, durante la conferenza stampa sull’arresto di Andrea Rizzotti, l’uomo reo confesso della sparatoria di ieri davanti all’università di Catania. “Il questore ha rilevato che nelle indagini è stata determinante la testimonianza di uno studente della facoltà di Lettere che – ha aggiunto – con alto senso civico ha dato una descrizione fotografica dell’uomo che ha sparato”. Pinzello ha svelato anche un altro particolare curioso delle indagini: l’uomo quando ha sparato indossava un paio di pantaloncini corti e una t-shirt, che sono stati trovati stesi dopo essere stati lavati in una villetta in cui Rizzotti soggiornata durante il periodo estivo. “Siamo contenti di questo risultato positivo – ha concluso il questore di Catania – ma non siamo certo soddisfatti, non ci può essere soddisfazione perché c’é una giovane ferita ricoverata in gravissime condizioni”.

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“Ho sentito due colpi di arma da fuoco, mi sono girato rapidamente e ho visto un uomo di mezza età che sparava con una pistola”. Non ha avuto esitazioni lo studente dell’università di Catania che ha collaborato alle indagini sulla sparatoria in piazza Dante e che per il questore Domenico Pinzello ha dato “una collaborazione determinante grazie a una descrizione fotografica” di quello che ha visto. Lo studente, fuori sede, che non abita a Catania, stava entrando in facoltà. Quando ha sentito gli spari e si è girato. “Ho visto l’uomo esplodere altri colpi – ha detto agli investigatori della squadra mobile della Questura – aveva ancora l’arma in mano. Era di media altezza, corporatura robusta, con una pancia prominente, capelli bianchi e baffi”. Poi la descrizione dell’abbigliamento dell’uomo che sparava: “pantaloncini corti, dal colore indefinito, e una maglietta gialla”. “E’ un giovane che ha dimostrato di avere un grande senso civico”, ha commentato il questore Domenico Pinzello. Per investigatori della squadra mobile “é un eroe perché – spiegano – nonostante fosse conosciuto e con tanti testimoni presenti nessuno della zona ha fornito alcun elemento utile alle indagini”.

Le condizioni generali di Laura Salafia, la studentessa ferita ieri davanti una delle sedi dell’università di Catania, “non registrano variazioni rispetto al giorno precedente”. Lo precisa un bollettino medico diramato dall’ospedale Garibaldi di Catania. “La situazione cardiaca e polmonare – si legge nel comunicato dei medici – è stabile e le funzioni vitali continuano ad essere le medesime di ieri. L’equipe anestesiologica del dottor Sergio Pintaudi e quella neurochirurgia del dottore Cicero sono attualmente impegnati in un confronto per stabilire l’eventualità di un intervento chirurgico. La prognosi resta riservata”.

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02 Luglio 2010, 09:34

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