Esmeralda, le lacrime, l’amore | Storia di una bimba coraggiosa

di

25 Settembre 2017, 09:58

2 min di lettura

GELA- (CALTANISSETTA) Innamorata del suo nome, Esmeralda. Come la protagonista del romanzo Notre-Dame de Paris, la sua storia, a Gela, la conoscevano tutti. Quella di Esmeralda è stata una vita normale, serena. Tenera e genuina, come quella di tutti i bambini della sua età, 10 anni. Poi, d’improvviso, la tragica notizia. Una forma di leucemia l’aveva aggredita. E lei, nonostante le fragilità che la vita le avesse riservato, ha continuato a sorridere contagiando la famiglia e quanti, insieme con lei, hanno pregato e sperato nella sua guarigione.

La malattia, l’intervento, la festa. Poi la tragedia. Esmeralda l’8 maggio scorso era stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico all’ospedale “Bambin Gesù” di Roma. Il trapianto del midollo osseo che la sorella più grande, di 15 anni, le aveva donato. Era andato tutto bene. Tre mesi dopo il rientro a casa coi vicini che le avevano preparato una festa in strada. “La guerriera è tornata”, avvolta da un manto di affetto, lacrime, sorrisi. Il miracolo della vita nella vita. Un’estate più serena, controlli più frequenti e la convinzione che i mesi a venire sarebbero stati sempre migliori. Esmeralda guardava all’autunno che alle porte di questi ultimi mesi le avrebbe portato la tranquillità che le era stata rubata.

Dopo qualche giorno di ricovero nell’ospedale di Roma, dove i medici, in una seconda fase avevano seguito le cure della piccola Esmeralda, una complicazione post-operatoria e legata alla malattia, le ha portato via il sorriso e la vita. Per i genitori, lui commesso in un supermercato, lei casalinga, si tratterebbe di un caso di malasanità, per degli errori che a loro dire sarebbero stati commessi dai medici. La coppia ha incaricato l’avvocato Carmelo D’Angeli di presentare ai carabinieri di Roma una denuncia.

Articoli Correlati

La bambina sembrava avercela fatta. “Stava davvero bene”, dicono i familiari. Il 18 agosto era tornata nell’ospedale della Capitale per controlli di routine. Alloggiava con i genitori in un istituto religioso. Alcuni valori delle analisi, ritenuti difformi dagli standard, avrebbero però indotto i medici a disporre il suo ricovero in corsia il 28 agosto per sottoporla ad apposita terapia. “Era partita felice, perché guarita – dicono, affranti, in famiglia – e ora sta tornando morta”.

 

Pubblicato il

25 Settembre 2017, 09:58

Condividi sui social