27 Giugno 2018, 13:41
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PALERMO – “L’accordo sull’esodo è appeso al rinnovo delle commesse e al numero degli esuberi che si conteranno nel febbraio 2019, quando finirà il percorso degli ammortizzatori sociali. Al momento non c’è certezza neanche sulla cifra che ogni lavoratore interessato riceverà come incentivo all’esodo. La strada intrapresa ci sembra solo quella di precarizzare sempre più il lavoro”. L’Slc Cgil Palermo, con la dichiarazione del segretario generale Maurizio Rosso, giudica “irricevibile” la proposta fatta nelle scorse ore dall’azienda Almaviva al tavolo con le istituzioni all’assessorato regionale al Lavoro. E all’Slc va il sostegno del segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo, al fianco della categoria che sta conducendo la difficile trattativa e dei lavoratori del call center.
Una trattativa che è proseguita da ieri fino all’alba di stamattina su tavoli separati, con la sola Slc Cgil convocata in separata sede. Alla discussione non hanno preso parte le Rsu. “Siamo sbigottiti e allarmati. Per noi il collegio Rsu, votato da tutti i lavoratori, rimane l’unico organismo legittimato a prendere decisioni su fatti così importanti – aggiunge Maurizio Rosso – Almaviva, con un escamotage bizzarro, ostacola una discussione democratica sul futuro dei lavoratori. Oltre a tutti i tagli sul personale, riscontriamo una mancanza di rispetto delle regole e della democrazia”.
La critica della Slc parte dai punti in cui è stato disatteso l’accordo del maggio 2017. “L’azienda Almaviva, con gli accordi siglati in questi giorni assieme agli altri sindacati, si è presa altri due mesi di tagli di stipendi, il prolungamento di altri sei mesi dell’ammortizzatore sociale e il controllo individuale a distanza. E’ stata sancita la perdita di diritti e di altro salario per i lavoratori – prosegue Rosso – A fronte di tutto ciò, l’eventuale cifra per l’incentivo all’esodo, non solo adesso non è quantificabile con certezza, ma è dilazionata nel tempo e verrebbe calcolata solo a febbraio prossimo in base al numero degli esuberi. Adesso non si può sapere se resteranno 200 fte (full time equivalent) o oltre. L’azienda galleggia, non ha alcuna prospettiva di investimento. L’unico interesse è precarizzare sempre più il lavoro e disporre a piacimento dei lavoratori”.
“Per di più – prosegue Rosso -Almaviva ha detto ieri che l’accordo avrà validità solo se i committenti rinnovano le commesse. Questo che vuol dire che è inutile siglare oggi un accordo perché siamo ancorati a una speranza? E’ questo l’investimento che l’azienda vuole fare? E’ questo il ritorno dopo anni di sacrificio?”.
Per l’Slc Cgil Palermo, l’azienda dovrebbe intraprendere un percorso serio con le istituzioni politiche e con i sindacati per un progetto industriale solido per il futuro. “Tra l’altro – conclude Rosso – abbiamo appreso che Almaviva sta aprendo un nuovo insediamento in Trentino per le smart factory, un polo hi-tech per coinvolgere gli enti pubblici, i centri di ricerca, le piccole, medie e grandi aziende, per fare innovazione tecnologica e operare in un contesto di forte sinergia, lavorando a progetti di ricerca territoriali e coinvolgendo esperienze locali per progetti di valenza nazionale. Questo è il tipo di investimento che da tempo chiediamo ad Almaviva anche in Sicilia. Di certo non la precarizzazione del lavoro”.
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27 Giugno 2018, 13:41