Esplode la protesta delle ausiliarie |"Pronte a rivolgerci alla Procura" - Live Sicilia

Esplode la protesta delle ausiliarie |”Pronte a rivolgerci alla Procura”

Il passaggio alla nuova ditta ha portato al licenziamento di 21 lavoratrici. Mentre i bambini sono raddoppiati.

CATANIA – I bambini sono raddoppiati Ma le unità delle ausiliarie che lavorano negli asili nido del comune di Catania sono diminuite. Prima per quiescenza poi perché non assorbite dalla nuova ditta il Glicine. Si scalda nuovamente l’area intorno alle lavoratrici delle 9 strutture comunali che stanno protestando per il mancato mantenimento del posto di lavoro con l’assegnazione dell’appalto alla nuova società.

Tre  anni fa, con 170 bambini, le assistenti erano 98, per poi scendere a 72 unità. Oggi, con il passaggio alla nuova ditta che si è aggiudicata il servizio per 18 mesi, sono invece appena 51. Insomma, in 21 lavoratrici non sono state confermate, cosa che ha scatenato la protesta. “Abbiamo tenuto numerose riunioni all’ispettorato del lavoro – afferma Giusy Mavilla – l’assessore ci ha detto di stare tranquille ma noi tranquille non stiamo, anche perché il nostro contratto prevede, all’articolo 37, il riassorbimento di tutte le unità”.

Lamentano il fatto che la ditta non si sia presentata ai tavoli di lavoro e che le ore assegnate alle lavoratrici traghettate nella nuova azienda siano stabilite senza alcun criterio. E chiedono anche l’intervento del Prefetto, minacciando di portare le carte in Procura. Una questione che l’assessore al Welfare del comune di Catania, Fortunato Parisi starebbe affrontando.

“Stiamo cercando in maniera bonaria di avviare un dialogo con la ditta, che è disponibile, a rivedere le unità – afferma il delegato del sindaco Bianco – ma ha chiesto tempo per rendersi conto e fare un’attenta valutazione sul carico di lavoro di ogni singola persona. Io personalmente – aggiunge – sto facendo tutti i tentativi, anche quello di avviare una riunione in Prefettura, per fare in modo che queste forze siano assorbite in questo caso infatti la cavo la clausola 37 non garantisce a differenza dell’appalto sui rifiuti ad esempio il riassorbimento”. Ma, senza risposte certe, la protesta non si fermerà.

 


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