09 Marzo 2009, 17:54
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Sono 1.422 i viticoltori siciliani che potranno estirpare i propri vigneti, usufruendo dei contributi messi a disposizione dall’Unione europea. Gli ettari interessati sono 2.416 per un importo pari a 17,660 milioni di euro. A livello nazionale, invece, secondo la graduatoria redatta dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, le domande di estirpazione sono state 16.068 e di queste ne sono state ammesse a finanziamento 8.336.
“Si tratta – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via – di tante piccole aziende di ridotte dimensioni che non avrebbero potuto stare sul mercato. Pertanto è la logica conseguenza della riforma dell’Ocm vino. Visto, infatti, che in alcune zone i vigneti non sono affatto remunerativi e non c’è neanche mercato per cedere i diritti di impianto, per i viticoltori è stato meglio procedere con l’estirpazione”.
Il cosiddetto “abbandono definitivo” è stato reintrodotto dalla riforma dell’Ocm vino entrata in vigore dal primo agosto scorso. Per il triennio 2009-2011, è stato stanziato da Bruxelles oltre un miliardo di euro per estirpare complessivamente 175 mila ettari di vigneti in Europa. Per l’Italia, il plafond a disposizione era di 58.435 ettari, con un tetto del 10%, della propria superficie vitata, per ogni singola Regione. La superficie massima che poteva essere estirpata in Sicilia era quindi di 12.800 ettari, su quella complessiva di 128mila, ma il boom di domande a livello europeo ha ridotto la possibilità di finanziamento. Le domande presentate, infatti, erano state 3.092.
La Sicilia è una delle poche regioni italiane ad avere indicato le zone escluse dal regime di aiuti per l’abbandono definitivo dei vigneti. La superficie minima da estirpare per poter accedere ai contributi era di 0,1 ettari. Le aree escluse sono due. Quella di delimitazione del disciplinare della Doc Etna, circa 3.500 ettari, dove la maggior parte dei vitigni sono: Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Carricante, Nerello Cappuccio e Catarratto. E quella delle isole minori (Eolie e Pantelleria), circa 900 ettari, nelle quali i vitigni maggiormente coltivati sono lo Zibibbo (Pantelleria) e la Malvasia (Eolie).
La zona dell’Etna è stata salvaguardata perché in montagna, le isole minori per motivi ambientali. “Abbiamo voluto blindare – afferma l’assessore La Via – una parte del territorio regionale perché in alcune zone di montagna come l’Etna o nelle isole minori come le Eolie e Pantelleria, i vigneti hanno anche una funzione ambientale di tutela del territorio. E proprio in queste zone ci sono molti vitigni autoctoni e storici che andavano tutelati”.
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09 Marzo 2009, 17:54