Minacce in un cantiere edile | “Non fu estorsione”: assolto

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23 Giugno 2016, 06:15

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PALERMO – Baldassare Migliore arrivò con il suo Mitsubishi Pajero, così raccontava un testimone, lo parcheggiò davanti al cantiere per la costruzione del centro commerciale La Torre e si avvicinò all’impiegato dell’impresa edile. I mezzi pesanti se ne dovevano andare e il cantiere chiudere.

Solo che, secondo il legale della difesa, l’avvocato Tommy De Lisi, le parole dell’imputato non ebbero il peso della violenza e della minaccia senza le quali non si configura il reato di tentata estorsione. Da qui l’assoluzione in primo grado e ora in Corte d’appello, nonostante una richiesta di condanna a cinque anni di carcere.

Migliore, già coinvolto nel 2008 nell’operazione Perseo ma assolto per l’inutilizzabilità dell’intercettazione telefoniche, secondo la ricostruzione dell’accusa che non ha retto in entrambi i gradi di giudizio, avrebbe “giocato sporco” per assicurarsi, con la sua Ediltransport, il movimento terra per conto di una società che stava lavorando nel cantiere dell’Ipercoop di Borgo Nuovo.

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Dopo l’assegnazione dei primi lavori di sbancamento, la ditta di Migliore era stata estromessa. Una delle imprese appaltatrici aveva dato il benservito alla Edilcostruzioni perché non era in grado di fornire la certificazioni antimafia prevista dal protocollo di legalità per evitare le infiltrazioni mafiose. Risultato: la ditta agrigentina che prese il posto della Edilcostruzioni subì una raffica di intimidazioni.

Per prima cosa si presentarono in cantiere e minacciarono un operaio. Doveva andare via. Non c’era posto né per lui né per il suo titolare. Poi, presero di mira alcuni mezzi meccanici. Mandarono in frantumi finestrini e fari. L’imprenditore, però, non si piegò. E per Migliore scattarono le manette. Tutte le accuse sono cadute ed è arrivata l’assoluzione in primo e secondo grado.

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23 Giugno 2016, 06:15

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