Estorsioni e reati ambientali |Parlano gli addetti ai lavori

di

09 Novembre 2013, 15:44

2 min di lettura

CATANIA – “I reati ambientali connessi allo smaltimento dei rifiuti sono un fenomeno in crescita anche in Sicilia, come dimostrano le recenti indagini effettuate qui su Catania in relazione, basta pensare alla discarica di Monte Po’ o alla vicenda ancora più importante della Aimeri ambiente, in cui è coinvolta anche un’azienda del Nord”. Così, il procuratore della Reppubblica di Catania, Giovanni Salvi, ha commentato la situazione locale, in occasione dell’intervento al Convegno “Estorsione e reati ambientali. Connessioni?”, organizzato dall’Associazione antiestorsione di Catania “Asaec” per puntare l’attenzione sullo stato della lotta alle ecomafie in Sicilia.

Coordinati dal giornalista Giovanni Tizian, hanno preso la parola, tra gli altri, l’assessore regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica utilità Acque e rifiuti Nicolò Marino, il capocentro della Dia di Catania Angelo Bellomo, l’epidemiologo Anselmo Madeddu, il sindaco Enzo Bianco, oltre ad esponenti delle associazioni ambientaliste di “Lipu” e “Legambiente”. Un tema di particolare attualità, inserito nella serie di incontri del contenitore culturale “Tesori e Patrimoni” promosso dall’Associazione Polena, per approfondire un fenomeno che, come spiegato ancora da Salvi, rappresenta un settore conosciuto parzialmente.

Una realtà “di cui si conosce solo la parte emersa – ha aggiunto il procuratore, che ha accennato alle demolizioni di fabbricati abusivi all’Oasi del Simeto. “Gli interventi della Procura di Catania sono continui, eppure vengono additati come ostacolo al buon funzionamento dell’amministrazione. Di fatto sono un alibi rispetto all’incapacità di gestire la cosa pubblica – ha continuato – dopo decenni di silenzio e di palude, qualcosa si muove, com’è evidente dall’abbattimento delle case abusive costruite sull’oasi del Simeto. Operazione importante che restituirà a tutta la collettività un bene prezioso”.

Articoli Correlati

La questione Bellolampo a Palermo, la discarica abusiva di Monte Po a Catania, il caso “Aimeri Ambiente” e l’operazione “Nuova Ionia” in territorio etneo, il termovalorizzatore di Belpasso e il processo sullo smaltimento illecito dei rifiuti nei laboratori della Facoltà catanese di Farmacia. Numerosi e tragici i casi di cui ha parlato l’epidemiologo Anselmo Madeddu, che ha illustrato i numeri sconcertanti sulla forte contaminazione da mercurio nella rada della città. “I danni provocati sui bambini nascituri – ha mostrato Madeddu – sono quasi sempre talmente gravi da non essere compatibili con la vita. Da qui l’aumento di aborti spontanei”.

“Questo secondo convegno è nato con lo scopo di approfondire l’argomento delle larghe connivenze mafiose necessarie al proliferare dei reati ambientali sul nostro erritorio – affermano i rappresentanti dell’Asaec – le stime sostengono che l’inquinamento del sottosuolo concorrerà a far ammalare di cancro 200 milioni di persone, ogni anno. Le ecomafie che si alimentano anche attraverso l’estorsione e l’usura, non interferiscono esclusivamente con l’economia legale – aggiungono – ma compromettono irrimediabilmente la salute delle attuali e delle future generazioni di siciliani. Non è più il tempo di delegare soltanto alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura il contrasto di tali reati- concludono. per questo, riteniamo che l”informazione e la conoscenza di tali crimini può sensibilizzare l’opinione pubblica a riconoscere e denunciare ogni forma di incuria perpetrata a danno del nostro ambiente”.

Pubblicato il

09 Novembre 2013, 15:44

Condividi sui social