Etna, danni per milioni di euro |“Non vogliamo l’elemosina”

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26 Novembre 2013, 06:00

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PIEDIMONTE ETNEO. Sono le coltivazioni di alloro e di palme ad aver subito i maggiori danni dalla violenta pioggia di cenere vulcanica caduta sabato a Piedimonte Etneo. L’evento calamitoso ha danneggiato non solo le produzioni agricole ma anche gli edifici, le serre e gli impianti fotovoltaici. I titolari delle aziende agricole, una decina, sono stati convocati ieri sera dal primo cittadino Ignazio Puglisi per iniziare la conta dei danni. E’ ancora presto per le cifre ufficiali ma i numeri sarebbero a sei zeri. Molti produttori hanno manifestato grande preoccupazione per il futuro delle loro aziende. “Non vogliamo l’elemosina ma forme di sostegno per ripartire”, hanno detto. Tra le proposte la possibilità di accedere a dei finanziamenti a tassi agevolati. Il sindaco già oggi inizierà a mettere nero su bianco i numeri di questa emergenza per presentare formale richiesta di stato di calamità naturale.

“Le aziende del territorio – ha detto il primo cittadino – si trovano in uno stato di grande disagio. La conta dei danni è appena iniziata ma si prevedono cifre pesantissime”. Adesso si teme che le piogge possano aggravare ulteriormente il quadro.

Domenica il sindaco ha incassato la solidarietà del Governatore Rosario Crocetta. “Il presidente della Regione ha voluto sincerarsi personalmente della situazione – ha detto il sindaco di Piedimonte Etneo – E’ stata una telefonata molto cordiale. Mi ha chiesto se i primi interventi erano stati soddisfacenti ed ha concluso dicendo che la Regione farà il possibile”.

Tempestiva la risposta di Protezione civile, Anas e Provincia regionale di Catania. A 24 ore dalla pioggia di lapilli sette le squadre che complessivamente hanno iniziato a ripulire vie, strade e piazze del territorio. Le scuole ieri sono rimaste chiuse per consentire le operazioni di rimozione della cenere ed evitare disagi agli alunni.

Ma anche a Calatabiano il sindaco Giuseppe Intelisano si dice preoccupato per le condizioni in cui versa il comune ionico. “La Provincia regionale di Catania non è ancora intervenuta lungo la sp 127 – ha detto rammaricato il primo cittadino – Ci stiamo muovendo autonomamente per mettere in sicurezza questa fondamentale arteria che collega il centro cittadino con la frazione di San Marco”.

Due le ditte, autorizzate dalla Protezione civile, che in questo momento sono al lavoro. Insufficienti, secondo il sindaco, a fronteggiare l’emergenza. Intanto la giunta comunale ha già deliberato la richiesta di stato di calamità naturale. Anche a Calatabiano è iniziata la conta dei danni subiti dal comparto agricolo. “Ho fatto un primo giro tra le aziende – ha detto il sindaco Intelisano – ed ho potuto constatare personalmente alcune situazione di grave disagio”.

A Fiumefreddo di Sicilia, dove la situazione sembra meno pesante, l’amministrazione comunale ha già approntato un programma di interventi. Il territorio è stato diviso in tre settori in cui sono già al lavoro da domenica le tre ditte autorizzate. Il sindaco Marco Alosi ha disposto per oggi la chiusura delle scuole per permettere i lavori di pulizia. Anche Fiumefreddo chiederà il riconoscimento dello stato di calamità naturale.

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26 Novembre 2013, 06:00

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