Etna, campo lavico in 3d con| sistema drone e fotogrammetria

di

08 Maggio 2018, 17:09

1 min di lettura

CATANIA – Ricostruito con un sistema combinato drone-fotogrammetria il modello 3d del campo lavico del 1974 sul fianco occidentale dell’Etna. La ricerca, condotta dall’Ingv e dall’Università Blaise Pascal di Clermont Ferrand, apre nuove prospettive nello studio della struttura superficiale delle colate di lava e nel monitoraggio di un’eruzione effusiva. Il lavoro è stato pubblicato su Bulletin of Volcanology (https://link.springer.com/article/10.1007/s00445-018-1192-6). “In un vulcano attivo come l’Etna”, spiega Alessandro Fornaciai, ricercatore dell’Ingv della sezione di Pisa, “è fondamentale aggiornare con frequenza la topografia dell’edificio vulcanico. Per avere risultati attendibili è, però, necessario che i dati topografici siano accurati e costantemente aggiornati. La fotogrammetria Stucture from Motion (SfM) ha aperto nuovi scenari applicativi anche in vulcanologia, perché permette di produrre modelli digitali del terreno ad alta risoluzione, in modo rapido e con costi contenuti”. I droni costituiscono la piattaforma ideale per sfruttare al meglio le potenzialità offerte della fotogrammetria SfM. In questo studio è stato usato un drone, o per meglio dire, un Sistema aeromobile a pilotaggio remoto (Sapr), a sei eliche, afferma Luca Nannipieri, tecnologo dell’Ingv e pilota del drone, in grado di volare per circa 20 minuti. Il modello digitale del terreno del campo lavico del 1974, ricostruito con il sistema drone-fotogrammetria SfM, è stato poi confrontato con il modello ottenuto mediante la tecnologia laser scanner da aereo Light Detection and Ranging (LiDar).

Articoli Correlati

“I due modelli non solo sono del tutto comparabili”, afferma Fornaciai, “ma con l’uso del drone e delle tecniche di SfM è stato possibile costruire un modello digitale ancora più dettagliato”. “Infine”, conclude Sonia Calvari, dirigente di ricerca dell’Ingv di Catania, “i vantaggi logistici, la rapidità di acquisizione delle foto e della ricostruzione del modello del terreno ottenuti, grazie al sistema drone e fotogrammetria SfM, offrono nuove opportunità di monitoraggio e di sorveglianza di un vulcano attivo in caso di un’eruzione”. (ANSA).

Pubblicato il

08 Maggio 2018, 17:09

Condividi sui social