21 Febbraio 2021, 06:12
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ETNA – Un tonfo. Una caduta tanto più dolorosa considerata la crescita esponenziale degli ultimi anni. Anche all’economia che gravita intorno al vulcano attivo più alto d’Europa la pandemia ha inferto un durissimo colpo, come conferma il presidente del Parco dell’Etna, Carlo Caputo, che scatta una fotografia dai toni molto cupi. A pesare più di ogni cosa, secondo Caputo, i divieti per gli spostamenti, che hanno di fatto azzerato o quasi la domanda. “È un’economia basata prevalentemente sul turismo – afferma – e non se l’è cavata. “L’economia che gravità intorno al vulcano non se l’è cavata. Le limitazioni negli spostamenti hanno compromesso il turismo in ogni forma”.
L’intero sistema è stato compromesso, secondo Caputo. “C’è da considerare – prosegue -che qualsiasi attività che gravità intorno al vulcano vive solo di turismo. Anche chi fa ristorazione, i bar, sono legati alla clientela turistica. Così come i negozi, che sono rimasti chiusi e ora sono in ginocchio”. Al piazzale del versante Sud, sotto la funivia, un solo bar è rimasto aperto, racconta Caputo. ” Quasi come un pioniere – era aperto per i pochi operatori della funivia o gli addetti allo spostamento. Ma non è un’apertura che garantisce un guadagno”.
Mesi lunghissimi di stop dai quali sarà difficile uscire. “Lo vedo come un disastro – continua Caputo: non sono settimane di mancati guadagni, ma mesi. Tanti mesi. Alla luce, soprattutto, dei tanti investimenti fatti negli utlimi anni, sulla scia della consacrazione dell’Etna da parte dell’Unesco.
Una crisi economica che ferma l’exploit dell’Etna negli ultimi anni. Dalla consacrazione internazionale del 2013. “Secondo uno studio fatto dall’università, da quando l’Etna è patrimonio Unesco , nel triennio successivo ha avuto un aumento del turismo esponenziale, un aumento del 130% di presenze – sottolinea il presidente Caputo. L’onda lunga è proseguita fino all’ pandemia – continua – e c’è gente che su quei numeri ha investito molto e fatto programmi e progetti. E all’improvviso si è trovato senza nulla”
“Non so quantificare i ristori – aggiunge Caputo – ma immagino non siano riusciti a compensare tutte le perdite. Soprattutto in alcuni settori, come quello delle guide alpine e naturalistiche che, a quanto ho letto, è stato trascinato”.
La prospettiva non è rosea. La ripresa non sembra vicina e la tendenza pare limitare ulteriormente la possibilità di spostarsi. La stagione invernale, oltre tutto, si avvia al termine. “Si sta iniziando a vedere qualcuno – dice Caputo – qualche turista, ma poca roba. E poi comunque dalla provincia. Per quanto riguarda la stagione sciistica -aggiunge – neve ce n’è stata poca, ma lo stop da parte del governo nazionale quattro ore prima della partenza è stata un’ulteriore mazzata. Gli impianti sul versante nord erano pronti. A marzo non troveremo nulla di bianco – conclude – ma tanto nero”.
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21 Febbraio 2021, 06:12