22 Giugno 2016, 17:07
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La mostra Guttuso / Incorpora / Messina. Inedite visioni ai piedi dell’Etna ha come protagonisti tre personalità dominanti dell’arte della seconda metà del Novecento: tre siciliani d’elezione, tre militanti in una società, come quella italiana del dopoguerra e poi del boom economico, che credeva negli ideali e che sperava, anche attraverso l’arte, di smuovere le coscienze e di parlare al potere precostituito con l’uso delle immagini. Il percorso espositivo propone alcune opere significative di Renato Guttuso, Salvatore Incorpora e Francesco Messina per rilevarne la poetica in una logica fruttuosa di confronto e per dimostrare che, pur non avendo lavorato insieme, i tre artisti hanno cercato di interpretare il loro tempo con un sentire che li accomuna. Le Inedite visioni ai piedi dell’Etna sono un modo per scoprire da vicino la sintonia che le opere di Guttuso sprigionano accanto a quelle di Incorpora, l’uno siciliano di nascita, l’altro d’adozione, il primo nato in Sicilia ma trasferitosi a Roma, il secondo calabrese ma siciliano nell’anima e “linguaglossese” per tutta la vita. Entrambi però, allo stesso modo, orientati a raccontare le problematiche sociali, le vicende della cronaca nazionale e locale, entrambi affascinati dalla donna intesa come musa ispiratrice, dall’idillio della natura, dagli uomini e dalle loro vite. Due poetiche che trovano un risvolto più pacato, classico, in chiave realista, nella scultura di Francesco Messina che nasce a Linguaglossa e la lascia sin da giovanissimo per non farvi più ritorno. La mostra prende corpo attraverso un incontro serrato delle opere, accostate tra loro per suggellarne suggestioni e interpretazioni viscerali. Prende così forma un confronto fatto dai dipinti di Incorpora, mai esposti prima d’ora, dalle tele di Guttuso, provenienti da collezioni private e mai presentate in Sicilia, e da un nucleo di sculture di Messina che per la prima volta approdano nel museo a lui dedicato. Tre linguaggi e tre ideologie che si possono ammirare in un percorso che si snoda ai piedi dell’Etna, dove la poesia della pittura e della scultura suggella una visione corale. Guttuso e Incorpora vivono l’arte come denuncia, intrisa di realismo puro, fondata sul desiderio che nulla deve cadere nell’oblio, dai valori civili alle intime passioni. Entrambi adoperano “colori aspri e violenti”, con i quali Guttuso si compiace di sottolineare il “valore drammatico ed evocativo”, come accade nell’Incendio alla Cancelleria Apostolica, in Stampa clandestina o nel Picchetto di sciopero alla Magona di Piombino, dove l’artista esegue una pittura di “cronaca” e denuncia. Con Renato Guttuso, Incorpora condivide il ruolo primario dello sguardo dell’artista sul reale, ma laddove il palermitano segue la via del realismo anche nelle sue scelte stilistiche, il calabrese opta per una visione più lirica ed emotiva, tutta interiore. Il soggetto dei suoi dipinti e delle sue sculture è sempre tratto dalla realtà concreta del visibile o del vissuto personale, ma viene filtrato attraverso l’impeto interiore che viene dall’emozione del cuore o dalla lucida riflessione della testa. In tal modo, si pongono sullo stesso piano le rappresentazioni di temi condivisi dall’umanità (la guerra in Prigionieri costruiscono il ponte sull’Oder distrutto dai bombardamenti, gli scontri sociali neI moti di Reggio Calabria del 1971, la donna nelle Figure femminili su una poltrona) e quelle invece più private dove l’intimo ricordo prende il sopravvento sulla tela, come in Paesaggio(Vecchie case a Linguaglossa) e “Zappini” trainati dai buoi. Francesco Messina, infine, si spinge alla radice del reale e lo trasfigura in vibrante e delicata poesia eliminando ogni esuberanza espressionistica: questo processo di distillazione formale si avverte nelle sculture esposte in mostra tanto nella raffinatezza dell’epidermide della Venere del Brenta, quanto nel contatto con la natura davanti alla quale l’artista rimane incantato per la semplicità dei Colombi e per la forza dirompente del Cavallo, e d’altronde sprigiona poesia anche il Ritratto di Salvatore Quasimodo, l’amico poeta al quale Messina dedica una scultura di grande raffinatezza plastica. 2 luglio – 31 ottobre 2016 Museo Francesco Messina – Esposizione Permanente Salvatore Incorpora Piazza Annunziata, Linguaglossa (CT) Orari d’apertura: da martedì a domenica, ore 10-13 e 17-20. INGRESSO GRATUITO Per informazioni: tel. 095643874 Per visite guidate: 340.3552365 – 3483529666 Pagina facebook: Guttuso/Incorpora/Messina
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22 Giugno 2016, 17:07