22 Novembre 2020, 06:00
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PALERMO- Ettore Consonni non l’ha più dimenticata la Sicilia, non solo per il tatuaggio che si è fatto stampare sulla pelle come un dolce richiamo della memoria, non solo perché a Palermo, lui, bergamasco, colpito dal Covid della prima ondata, è stato salvato dai medici dell’ospedale Civico, non solo perché quaggiù è tornato alla vita, dopo avere temuto di perderla. Ma soprattutto perché è un uomo buono e gli uomini buoni rimangono incantati dalla bontà altrui. Si tratta di un’alchimia strana ma vera, i buoni, che ne hanno in abbondanza, desiderano la bontà come l’acqua nel deserto.
Ecco perché un po’ si commuove per la telefonata di un cronista palermitano, Ettore, e si prende dieci minuti per salutare tutti quelli che ha conosciuto qui, mettendo insieme giornalisti, politici e tanti altri: “Salutami Massimo, salutami Giorgio, salutami Ruggero, salutami Nello. Abbracciameli tutti anche a distanza, digli che Ettore, no, non li ha dimenticati e non dimentica i siciliani: avete un cuore immenso”.
La storia del signor Consonni è nota, per fortuna, per il suo epilogo lieto: quella Sicilia tatuata sul cuore in segno di amore perpetuo. Era la primavera scorsa quando questo omone dal sorriso di fanciullo si risvegliò a Palermo, dopo essere stato intubato a Bergamo, perché si cercavano posti. Fu sottratto al peggio dalla perizia del personale sanitario che lo restituì alla sua esistenza. Il tatuaggio è il simbolo di un legame incancellabile.
“Sai, Roberto – Ettore ti parla così, con naturalezza, come se fossi suo fratello – ho appena fatto un intervento al braccio perché un nervo era rimasto schiacciato per la posizione a letto. La Sicilia mi ha fatto venire la pelle d’oca per tutto l’amore che continua a darmi. Siete speciali, sono in contatto con tante persone e quando la tempesta sarà passata, tornerò. Avete gentilezza, avete cuore, avete bontà. Io non ho soldi, ho un capitale umano immenso: la mia famiglia, i miei amici e i siciliani. E voi fate parte della mia famiglia. Il Covid è una brutta bestia, quando mi sono rimesso in piedi ho subito cercato anche di rimettermi in gioco. Dalle mie parti sono preparatore dei portieri di una squadra. Mi sono detto: ‘Ettore, devi reagire, porco cane!’”.
Ed Ettore Consonni ha reagito anche perché, tra figli e nipoti, ha intorno una parentela meravigliosa – la moglie Adelaide, i figli Mirko, Alessandra Paola, bellissimi nipoti e parecchi altri – che stravede per lui e che ha avuto paura di perderlo. Si sente spesso con i dottori e con gli infermieri che l’hanno curato. Si manda reciprocamente i saluti con i giornalisti che hanno raccontato la sua vicenda.
Un po’ sospira: “So che pure da voi in questo momento la situazione non è delle migliori. Forza amici miei, io faccio il tifo. Abbracciami i medici e gli infermieri, le foto che ti sto inviando sono merito loro perché mi hanno salvato. Il dottore Mazzarese, il dottore Di Lorenzo…”. Ed è ancora un elenco lunghissimo. Poi arrivano, sul cellulare, le foto al mare, le foto con la dolcissima signora Adelaide, le foto del battesimo della nipotina: volti sorridenti che, da soli, sono già un miracolo. Che grande uomo buono, il nostro amico Ettore. E che fantastica storia è la vita, nonostante tutto.
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22 Novembre 2020, 06:00