16 Maggio 2017, 17:03
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PALERMO – Eurispes ha presentato stamane a Palermo presso la Sala Mattarella di Palazzo dei Normanni il 29mo rapporto Italia. ‘Dallo studio – spiega Gian Maria Fara, presidente dell’Istituto di ricerca- emerge l’immagine di un Paese che sembra non voler esercitare nessuno sforzo in direzione del cambiamento. Lo studio conferma, inoltre, che esistono più Italie: una che produce ritardi, lentezze e che non si innova e un’altra che invece traina l’economia, la produzione, i servizi, con fiducia nel futuro e senso del dovere. Ad una Italia chiusa in se stessa se ne contrappone una che resiste e che si impegna: l’Italia dell’accoglienza e del sistema istituzionale, degli imprenditori coraggiosi, l’Italia dell’accoglienza e della solidarieta’ verso i più deboli’. Dalla ricerca Eurispes viene fuori una fotografia del Paese quanto mai nitida: una frammentazione sociale che rende ostili e distanti tra loro le aree geografiche e le fasce generazionali e che produce divisioni anche all’interno dei ceti produttivi. ‘In un Paese sostanzialmente diviso ma dalle enormi potenzialità – spiega Fara – occorre una politica che recuperi credibilità, autorevolezza, consenso e rappresentatività. Il nostro e’ un Paese che ha registrato un drammatico impoverimento del ceto medio – spina dorsale di ogni democrazia – il blocco della mobilita’ sociale e che non ha saputo redistribuire la ricchezza, con pesanti ripercussioni sul Mezzogiorno del Paese, sempre più distante dal resto d’Italia’. Dal rapporto viene fuori la necessita’ di uno Stato che recuperi il suo ruolo di ‘programmatore e regolatore dello sviluppo’, di una politica che si faccia interprete della concretezza del proprio agire e che sia espressione del territorio, attraverso il sistema elettorale proporzionale e le preferenze, in grado di restituire potere decisionale agli elettori. ‘Un Paese coeso – conclude Fara – non puo’ che impegnarsi per ridurre progressivamente il gap tra Sud e Nord e che riguarda interi settori come quello delle infrastrutture, dei servizi, dell’offerta sanitaria’. Altri dati che emergono nel rapporto Eurispes riguardano le conseguenze di una crisi economica che ha prodotto non solo impoverimento e disoccupazione ma anche una progressiva delegittimazione della politica e quindi delle istituzioni, ritenute inadeguate di fronte alla complessita’ di fenomeni sociali, dinamiche economiche e cambiamento epocali. ‘Una politica che vuole recuperare credibilita’ e autorevolezza- commenta Fara – deve essere in grado di governare tali processi, piuttosto che subirli’.
Le rilevazioni e le analisi dell’Eurispes sul Mezzogiorno fanno emergere per il 2017 una particolare condizione di disagio economico soprattutto in Sardegna e in Sicilia e, allo stesso tempo, il perdurare, seppure con intensità minore, del gap delle altre regioni del Sud rispetto al resto dell’Italia. Sono infatti gli abitanti delle Isole a ritenere la situazione economica dell’Italia gravemente peggiorata nel 33,9% dei casi. Segue il dato delle altre regioni del Sud (26,4%) e, successivamente, con valori inferiori, le altre aree geografiche (Nord e Centro). Nelle Isole, in particolare, oltre cinque famiglie su dieci (il 54%) hanno visto diminuire nel corso dell’ultimo anno il proprio potere d’acquisto, ossia la capacità di far fronte alle spese e fare acquisti per mezzo delle proprie entrate. Nel Sud e nelle Isole, più che nelle altre aree regioni, si trova il numero più elevato di cittadini costretti ad utilizzare i propri risparmi per arrivare a fine mese, rispettivamente 59,6% e 44,9%. Sempre in Sicilia e in Sardegna 4 persone su 10 non riescono a sostenere il costo delle spese mediche né a saldare le rate del mutuo per la propria casa.Non a caso il 33,6% di chi vive al Sud e il 19,7% nelle Isole si sente povero. Inoltre, quando viene chiesto se si è a conoscenza nella propria cerchia familiare o amicale di persone che vivono in stato di indigenza, le percentuali più alte di risposta affermativa continuano a concentrarsi nelle aree meridionali e insulari, al Sud e nelle Isole, dove il 37% e il 26,7%, affermano di conoscere molte persone povere, il 39,6%, e il 40,2%, dichiarano di conoscerne alcune e il 19,1%, e il 24,4% poche; mentre si attestano a quota 4,3% e 8,7% le percentuali di coloro che invece non ne conoscono nessuna. Circa la metà degli abitanti delle Isole conoscono persone che devono rivolgersi alla Caritas, che non possono permettersi un posto dove vivere, non hanno la possibilità di curarsi né di mantenere i propri figli o farli studiare. Otto persone su dieci indicano la perdita del posto di lavoro come causa di questo impoverimento. Il 25,5% di chi vive nelle regioni del Sud e il 12,6% di quanti abitano in Sicilia o Sardegna riferiscono di conoscere persone che sono state costrette a rivolgersi ad un usuraio. Tra le strategie adottate per far fronte alle difficili condizioni economiche soprattutto al Sud (31,5%) e nelle Isole (26%) si è chiesto aiuto e sostegno alle famiglie di origine e non è mancato chi è dovuto tornare a vivere con i propri genitori o con i suoceri per necessità (14,2% nelle Isole; 11,1% al Sud). Sul piano dell’assistenza sanitaria, le testimonianze degli intervistati delineano un’Italia divisa addirittura in tre: al Nord, nonostante i casi problematici, prevale un servizio accettabile, il Centro si colloca in una posizione intermedia, nel Mezzogiorno i disagi sono estremamente frequenti. Le lunghe attese per visite ed esami sono comuni in tutto il Paese, ma se al Nord-Ovest le ha sperimentate il 49,8%, la quota tocca punte del 93,2% al Sud, e del 90% circa nelle Isole. Per gli interventi chirurgici, le attese sono state sperimentate da meno della metà dei residenti di Centro e Nord-Ovest, ma da oltre il 66% al Sud e nelle Isole. Netto il divario relativo alle condizioni delle strutture sanitarie. Le definisce fatiscenti il 18% al Nord-Ovest, il 34,5% al Nord-Est, il 46,6% al Centro, il 60% al Sud, il 69,3% nelle Isole. Una tendenza analoga è stata registrata nelle indicazioni relative a strutture igienicamente non adeguate. Gli errori medici, sperimentati al massimo nel 30% dei casi al Centro-Nord, vengono citati dal 55,3% dei residenti al Sud e dal 40,9% di chi abita nelle Isole. La peggiore offerta di servizi sanitari nelle aree del Mezzogiorno coinvolge anche la disponibilità del personale medico ed infermieristico, insoddisfacente per oltre la metà dei residenti. Questi i dati sul Mezzogiorno illustrati stamane a Palermo nel corso della presentazione del rapporto Eurispes da parte del presidente Gian Maria Fara.
‘Il rapporto Eurispes sul Paese si conferma una straordinaria fotografia del nostro paese, oltre che strumento straordinario di analisi sociale, economica e culturale. I dati ci dicono che Sicilia e Sardegna sono fanalino di coda, con fenomeni di impoverimento del ceto medio, con una percentuale alta di poverta’ diffusa e di disoccupazione giovanile. Occorre individuare nuovi modelli di sviluppo capaci di incidere sul lavoro e sulla produzione. La politica deve interrogarsi sulle azioni mancate e sulle proposte immediate da attrezzare perche’ quella attuale e’ una fase di emergenza. Dico no al reddito di cittadinanza, e si a interventi strutturali e a politiche di welfare capaci di innescare meccanismi virtuosi. No ai populismi, si alla buona politica che e’ quella del buon senso e dei programmi. Serve una riforma vera della burocrazia e dell’amministrazione pubblica: il potere deve rispondere delle sue scelte e del suo operato. Il potere e’ anche e soprattutto responsabilita’. Cosi l’on Saverio Romano, intervenendo alla presentazione del Rapporto Eurispes a Palermo.
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16 Maggio 2017, 17:03